Coronavirus, lavoratore siciliano all’estero: “Qui in Kazakistan ci trattano come appestati”

Coronavirus, lavoratore siciliano all’estero: “Qui in Kazakistan ci trattano come appestati”

SIRACUSA – Una situazione quasi surreale quella che sta accadendo fuori dai confini italiani, dove, a causa della diffusione del coronavirus nel Bel Paese, all’estero gli altri Stati chiudono le frontiere, limitano i voli da/per l’Italia e, addirittura, racconta Giovanni, lavoratore siracusano in Kazakistan che gli italiani vengono trattati quasi come “appestati“.

Proprio lui, che da pochi mesi si trova all’estero per lavoro, ha detto che, una volta, appena hanno capito in un ristorante del Kazakistan che era italiano si sono spostati con le sedie per allontanarsi.

Giovanni e i suoi colleghi, ogni volta, infatti, sono costretti a spiegare che non sono malati e che stanno bene.

Vorrebbe anche tornare in Italia, ma il lavoratore siracusano sa che è una situazione difficile e frustrante, per tutti gli obblighi e i controlli che lo aspetterebbero una volta rientrato a casa.

Immagine di repertorio