Cassazione, la presidente Cassano sugli scontri tra politica e magistratura

Cassazione, la presidente Cassano sugli scontri tra politica e magistratura

SIRACUSA – La prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, ha risposto oggi a Siracusa in merito agli scontri tra magistratura e politica.

Scontri tra politica e magistratura

“Non penso che ci sia nessuna guerra e non ci debba essere nessuna contrapposizione“, ha dichiarato. “Più volte – ha aggiunto – il Capo dello Stato ci ha richiamato al dovere che incombe su ciascuno di noi di recuperare una capacità di dialogo, di ascolto e di rispetto reciproco perché soltanto così lo Stato si porge in maniera unitaria nei confronti della collettività che ha bisogno di avere fiducia in tutte le sue istituzioni compresa la magistratura”.

“Mi auguro – ha detto ancora la presidente Cassano – che il legislatore possa recuperare una visione d’insieme, perché intervenendo in maniera settoriale su singole articolazioni del processo civile e penale si rischia di snaturare l’essenza stessa del processo. Abbiamo bisogno di recuperare una visione d’insieme: abbiamo bisogno che il legislatore, all’esito di un dibattito nelle sedi proprie, chiarisca quale deve essere la funzione del processo, sia civile che penale, nel rispetto delle linee che sono già emerse univocamente dalle sentenze della Corte Costituzionale”.

“Non ci sono le condizioni per aumentare il numero dei magistrati. 10.500 magistrati sono sufficienti se cambiano alcune precondizioni. In sede civile – ha proseguito la presidente Cassano – ci deve essere la consapevolezza che non esiste solo l’accesso alla giustizia tradizionalmente intesa. Pensiamo al tema della mediazione, gestita dall’avvocato o demandata dal giudice. In campo penale, le riforme del 2022 sono finalizzate a far uscire dal procedimento per le questioni di minore offensività, grazie allo svolgimento di lavori di pubblica utilità o azioni risarcitorie che fanno maturare la consapevolezza nel trasgressore e dall’altro favoriscono forme di sanzioni adeguate che non siano ancorate alla tradizionale distinzione reclusione, multa arresto e ammenda”.

Ha poi concluso riferendosi all’attività dei magistrati onorari: “Ritengo ci sia un’omessa vigilanza dei presidenti dei Tribunali sul loro operato”.