Case di Comunità, l’allarme dei medici di famiglia: “Senza personale saranno un flop”

Case di Comunità, l’allarme dei medici di famiglia: “Senza personale saranno un flop”

SIRACUSA – Le Case di Comunità rischiano di rimanere “scatole vuote”. È questo il grido d’allarme lanciato dai medici di medicina generale siciliani – e non solo – riuniti a Siracusa in occasione del 20° Congresso Regionale della Simg, la Società Italiana di Medicina Generale.

Case di Comunità, l’allarme dei medici di famiglia

Durante l’assise, il presidente regionale Riccardo Scoglio e il vicesegretario Giovanni Merlino hanno sottolineato come il settore si trovi di fronte a un “cambiamento epocale”, che impone una riflessione profonda sul futuro della professione medica e sulle scelte istituzionali in atto.

“Per questo – spiegano – abbiamo arricchito il congresso con una tavola rotonda dedicata alle criticità del Sistema Sanitario e alle nostre prerogative, anche in chiave sindacale”.

A rilanciare la preoccupazione è stato anche il presidente nazionale della Simg, Alessandro Rossi, che ha criticato duramente la proposta governativa di trasformare i medici di famiglia da liberi professionisti a dipendenti pubblici per garantire il funzionamento delle future Case di Comunità. “Una misura che ha generato aspre proteste – ha dichiarato Rossi – anche perché a fronte delle oltre 1.300 strutture previste, oggi ne risultano attive solo 38. È evidente che la scadenza del 2026 sarà prorogata”.

“Senza personale saranno un flop”

Secondo Rossi, l’iniziativa, nata per colmare il vuoto tra la medicina di base e quella specialistica, rischia di fallire a causa della cronica carenza di personale medico: “Mancano le risorse umane per farle funzionare, sono nate come progetto ambizioso ma rischiano di restare sulla carta”.

Nel corso dell’incontro, la Simg ha annunciato la preparazione di un “Libro Bianco” che raccoglierà dati, analisi e proposte operative, da portare sui tavoli istituzionali. Obiettivo: rilanciare il ruolo della medicina generale nella sanità pubblica, anche attraverso un rafforzamento della formazione continua e del riconoscimento professionale.

Fonte foto Ansa Sicilia