Apre la mail e gli svuotano il conto: il phishing del “mistero”

SIRACUSA – Consulta online il suo conto corrente bancario e si accorge che mancano quasi 10 mila euro. È quanto accaduto a Carmelo Lopes, vittima di un caso di “phishing” lo scorso 13 dicembre 2014. Mentre era davanti al computer e controllava la sua posta elettronica ha ricevuto una mail dalla sua banca: “Banca Nuova”. Il contenuto richiedeva di effettuare l’aggiornamento dei dati personali. Così, il signor Lopes con la moglie, intestataria del conto, ha provveduto a seguire le procedure e a inserire le sei cifre del “token” (dispositivo contenente il codice di sicurezza bancario). Ma, finita l’operazione è arrivata la brutta sorpresa. Controllando nuovamente il proprio conto on-line, tra le transazioni risultava un pagamento di 9.991 euro, mai realmente effettuato.

Così, la moglie ha mandato una lettera alla banca, che ha risposto chiaramente che l’errore era stato dei due coniugi nell’inserire i propri dati personali. Non convinti dell’accaduto, il signor Lopes e la moglie hanno sporto denuncia ai carabinieri, ottenendo un minimo risultato: l’istituto di credito sarebbe stato disposto a rimborsare il 30% della somma rubata.

A questo punto, ancora non convinta, la coppia si è rivolta a un avvocato, che ha sporto una seconda denuncia. In questo caso, però, è stato allegato un articolo che tratta un caso analogo, accaduto a distanza di due settimane e sempre con le stesse modalità. Il 27 dicembre, infatti, un cliente palermitano ha subito un furto con lo stesso modus operandi: adescamento tramite mail, che rimanda a un sito falso ma perfettamente uguale all’originale, e soprattutto carta prepagata rilasciata dalla filiale di Reggio Calabria. Anche da qui nascono alcune perplessità da parte del legale e della vittima.

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Si attendono i risvolti del caso, che resta molto complesso e da chiarire. Può una banca rilasciare una prepagata a chi ha documenti falsi? Possibili due casi analoghi a così poca distanza di tempo?

E intanto, il signor Lopes e la moglie hanno provveduto a chiudere il proprio conto all’istituto di credito.

“Non aprite quella mail”, verrebbe da dire! È bene ricordare che enti come banche, poste, assicurazioni, ecc. non effettuano mai certi tipi di operazione tramite posta elettronica, ma provvedono a contattare l’interessato tramite raccomandata o contatto telefonico.