Rispetto per i professionisti dello sport, il CISM scende in piazza a Palermo e Catania

Rispetto per i professionisti dello sport, il CISM scende in piazza a Palermo e Catania

PALERMO – Il mondo dello sport scende nuovamente in piazza e lo fa per iniziativa del Comitato Scienze Motorie Italia (abbreviato CISM). 

L’appuntamento è fissato per sabato 20 febbraio alle ore 11 in venti città italiane, fra le quali vi sono anche Palermo e Catania. Con riferimento al sit-in del capoluogo siciliano, i professionisti si daranno appuntamento davanti alla sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. 

Studenti e laureati in Scienze Motorie, nonché Diplomati ISEF, manifesteranno il loro dissenso verso il nuovo DPCM del 14 gennaio 2021, che lede a loro parere il diritto al lavoro degli oltre 80.000 professionisti di questo settore. La protesta si svolgerà rispettando il distanziamento di 2 metri ed indossando i relativi dispositivi individuali previsti per legge.

Tra le principali richieste del CISM vi è la previsione della figura di un ministro dello Sport competente, nonché una riforma organica del Movimento e dello Sport, in fase di ultima revisione ed approvazione nelle commissioni competenti.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE DANIELE IACÒ

Intervenuto ai nostri microfoni, il presidente del CISM Daniele Iacò ha specificato le ragioni che muovono la protesta.



Le ragioni della protesta sono molto semplici. Ad oggi non c’è la figura del ministro dello Sport che esprima la cultura del movimento nel paese, in sinergia con le scuole e con il sistema motorio e sportivo nazionale. Ciò significa gravare sulle scuole dello Stato, perché se una persona non si muove andrà incontro a lungo andare a problemi e ad infortuni”.

il presidente del CISM Daniele Iacò

il presidente del CISM Daniele Iacò

Resta la questione delle palestre che sono state chiuse – sottolinea Daniele Iacò -, costringendoci a fare attività all’aperto. Non abbiamo quindi potuto svolgere un servizio necessario. Ricordiamo infatti che ci sono dei soggetti che hanno condizioni patologiche tali per cui avrebbero potuto soffrire le condizioni di rigidità climatica”.

La cosa scioccante – conclude il presidente del Cism – è che le palestre dei centri riabilitativi hanno acquisito persone che venivano in palestra in quanto loro sono sanitari, mentre gli impianti normali non lo sono. Nonostante fosse competenza delle palestre, abbiamo dovuto chiudere. Poi le scienze motorie sono state buttate nel calderone delle attività ricreative, quando invece svolgiamo un servizio essenziale di attività motoria per la salute di soggetti patologici e sani”.

Pietro Minardi