Personale ATA invece degli assistenti igienico sanitari: dubbi e paure sullo “scambio” che partirà da dicembre

Personale ATA invece degli assistenti igienico sanitari: dubbi e paure sullo “scambio” che partirà da dicembre

CATANIA – Il rientro tra i banchi è sempre traumatico, sia per chi ormai è abituato a riprendere in mano la propria routine, sia per chi invece – dietro i banchi – non c’era stato mai. Molti bambini, infatti, a causa dell’emergenza Coronavirus in Italia si sarebbero trovati a iniziare il proprio anno scolastico “effettivo” in ritardo, rallentando così i processi di ambientazione all’interno delle mura istituzionali che li accolgono.

Tra questi piccoli, alcuni di loro si ritrovano ad aver bisogno di un supporto maggiore degli altri, come ad esempio quello fornito da un insegnante di sostegno o da figure professionali ancor più specifiche come l’assistente alla comunicazione o l’assistente igienico personale. Proprio la presenza tra i banchi di quest’ultima figura avrebbe messo in difficoltà l’inizio dell’anno scolastico di alcuni bimbi.

A raccontarlo sono le mamme di alcuni di questi piccoli studenti, Sofia e Alice (nomi di fantasia), che frequentano rispettivamente la scuola primaria di primo grado e l’asilo in diversi Comuni della provincia di Catania.

“Il Comune ha messo a disposizione di mio figlio un assistente igienico personale per 4 ore al giorno, anche se non è di questo che ha davvero bisogno”, inizia Sofia. Ruolo dell’assistente igienico personale, infatti, è di assistere nelle scuole di ogni ordine e grado all’inserimento degli alunni disabili e di supportarli nel superamento degli ostacoli con i quali questi ultimi sono costretti a dover fare i conti. Si tratta di una figura importante e qualificata con corsi regionali OSA e OSS che svolge un tipo di assistenza specializzata e dedicata verso gli studenti più bisognosi.

“Mio figlio – continua Sofia – ha bisogno che durante il pranzo l’assistente lo imbocchi nelle modalità e nei tempi che gli permettano di mangiare nel miglior modo possibile. Purtroppo l’assistente a lui assegnato non c’è a pranzo perché il suo contratto non lo prevede (nonostante io lo abbia espressamente richiesto), di conseguenza io sono costretta a prendere il piccolo da scuola prima di pranzo, dovendo rinunciare al mio lavoro.

Avere un figlio con maggiori bisogni comporta ad avere necessità di più attenzione e pazienza col piccolo, una pazienza che purtroppo sembrerebbe non essere stata “calcolata” quando sarebbe arrivato lo stop all’assegnazione degli assistenti igienico personali nelle scuole: sembrerebbe infatti che il mese di dicembre sarà l’ultimo durante il quale i bimbi potranno avere un supporto e un aiuto pratico durante le ore scolastiche. Il vuoto del mancato rinnovo dei contratti delle figure professionali, però, sembrerebbe essere stato già colmato da una nuova figura emergente, ora incaricata – tra le altre cose – anche della cura personale dei bimbi disabili: il collaboratore scolastico.

Proprio il personale ATA sarebbe la soluzione al problema della mancanza di assistenti: dovrà prelevare lo studente e accompagnarlo – ad esempio – in bagno e lì occuparsi della sua igiene. Questo quanto riferito alle mamme, che starebbero ora vivendo le ultime settimane di “sicurezza” prima del fatidico dicembre, mese in cui scadrà il contratto degli assistenti e non sarà più rinnovato.

Il centro di tutto – strano a dirsi, ma vero – sta nella paura. In questo momento tutti i protagonisti di questa odissea avrebbero seriamente paura di cosa riserva il futuro, dai genitori agli stessi collaboratori scolastici.

Alice spiega: “Io da mamma se devo pulire e cambiare mio figlio ovviamente non mi faccio problemi, ma chi fa questo lavoro lo deve fare con spirito e con voglia, non per un aumento di salario o per un obbligo, senza essere mosso da alcun sentimento. Ci vuole molta motivazione perché le operazioni da fare sono molto delicate”. Volente o nolente, anche se in pochi potrebbero pensarlo, quello dell’assistente igienico personale è un lavoro che richiede una certa passione.

Passione che anche i collaboratori scolastici non ritengono di avere e di poter “imparare”, come spiegato da Giuseppe Mancuso, il presidente nazionale di Federata: “Se fossi il genitore di un ragazzo disabile non accetterei che mio figlio venisse assistito da una persona senza nessuna formazione specialistica. Come allo stesso modo da collaboratore scolastico non vorrei svolgere una mansione delicata per la quale non sono stato preparato adeguatamente”. Sembrerebbe infatti che la preparazione prevista per il personale ATA consista in un corso di 60 ore che non rilascia alcun attestato OSS o OSA.

Secondo quanto spiegato da Mancuso, sembrerebbe che alla base di questo “scambio”, ci siano dei sindacati scolastici che avrebbero apposto la firma al contratto che lo prevede: “I sindacati firmatari hanno approvato un contratto che prevede accordi anomali. Proprio per risolvere questa situazione scenderò a breve in Sicilia per parlare della faccenda con l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla. Bisogna smetterla di seguire un percorso che è già avviato, bisogna prevenire e non curare perché se curassimo e basta i risultati che otterremmo non sarebbero mai quelli giusti”.

In sintesi, c’è chi può fare questo lavoro al meglio e non vuole perderlo, ma rischia di non poterlo fare e c’è chi si trova “costretto” a farlo, anche se non potrebbe.

All’interno di una situazione così complessa e ingarbugliata, uno dei primi pensieri è che gli assistenti igienico personali sono fondamentali, utili, pratici e non possono perdere il proprio lavoro. A portare avanti questa idea è stato anche Adriano Rizza, segretario generale di Flc Cgil: “L’obiettivo è di tutelare il diritto al lavoro di oltre 2mila assistenti che rischiano il posto nonostante facciano un servizio ampio per il quale si preparano con ben 900 ore di corso”. Proprio a riguardo, lo stesso avrebbe aggiunto che “gli studenti meritano che gli venga fornito un servizio di alta qualità. Già negli scorsi giorni la Cgil Sicilia assieme alle categorie Funzione pubblica e Flc ha scritto ai componenti della V e della VI commissione dell’Ars per chiedere che siano ancora le cooperative sociali a espletare il servizio igienico sanitario per gli studenti disabili.

Aggiunge Rizza: “Sia chiaro che già una norma del contratto firmato obbliga i collaboratori scolastici a svolgere il servizio di assistente sanitario personale di base, ovvero accompagnare lo studente per il corridoio e fino al bagno o lavargli le mani: queste mansioni e quelle dell’assistente igienico personale non si sostituiscono assolutamente, bensì si completano a vicenda”.

Secondo quanto raccontato dalle mamme intervenute ai nostri microfoni, ancora il personale ATA non avrebbe messo mano alla pulizia dei bimbi in nessuno dei due casi, perché ancora il servizio degli assistenti è valido e puntuale, se non per alcuni difetti.

“La mia paura è semplicemente quella di non poter tornare a svolgere il mio lavoro, che ho lasciato tempo fa per potermi prendere cura di mia figlia e che adesso non posso riprendere se devo tornare alla sua scuola ogni volta che lei si sporca, perché da dicembre nessuno potrà prendersi cura di lei”, spiega Alice un’ultima volta.

La speranza per queste mamme e per i loro piccoli è che a breve il desiderio che accomuna tutti i protagonisti di questa lunga e complessa narrazione si possa avverare, date le continue richieste e sollecitazioni che dalla Sicilia e che da molte parti d’Italia stanno arrivando in loro aiuto.