Inclusione alunni con disabilità nelle scuole: Sicilia tra le migliori per rapporto assistente/alunno ma con un tasso di risposta sotto la media

Inclusione alunni con disabilità nelle scuole: Sicilia tra le migliori per rapporto assistente/alunno ma con un tasso di risposta sotto la media

SICILIA – Come ogni anno l’Istituto Nazionale di Statistica provvede a uno studio relativo all’integrazione degli studenti disabili all’interno delle scuole del territorio italiano e, quest’anno più che mai, questo report diventa fondamentale. La Sicilia, in questo caso, presenta un buon rapporto operatori/alunno ma presenta ancora troppe barriere architettoniche e con un tasso di risposta tra i peggiori di Italia, ben sotto la media nazionale.

Quest’anno, inoltre, l’attivazione della didattica a distanza, obbligatoria per far fronte all’emergenza sanitaria, ha creato un vero e proprio ostacolo per il perseguimento dei percorsi di inclusione svolte da docenti e assistenti sanitaria, riducendo al minimo la partecipazione degli alunni con disabilità.

L’attivazione della DAD – spiegano gli esperti d’stat – ha reso più complesso un processo delicato come quello dell’inclusione scolastica. La presenza in aula, le relazioni con i propri compagni, il sostegno di figure competenti opportunamente formate, la presenza e la fruibilità di tecnologie adeguate, l’accessibilità dello spazio, giocano un ruolo fondamentale nel favorire la partecipazione degli alunni con disabilità a una didattica inclusiva“.

Ciononostante nel report si legge che le varie politiche di inclusione attuate negli ultimi anni hanno permesso una progressiva integrazione. Nello scorso anno scolastico gli alunni con disabilità che hanno frequentato le scuole italiane sono quasi 300 mila (pari al 3,5% degli iscritti), oltre 13mila in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia il dato di partecipazione è sensibilmente precipitato tra aprile e giugno, con oltre il 23% degli alunni con disabilità che non hanno preso parte alle lezione, quota sensibilmente più alta in Meridione, dove si attesta intorno al 29%.

Gli altri studenti che non partecipano costituiscono invece l’8% degli iscritti. Anche in questo caso si riscontrano ampie differenze territoriali: le regioni del Centro si distinguono per la più bassa percentuale di studenti esclusi (5%) mentre nel Sud del Paese la quota risulta quasi raddoppiata (9%).

L’Istat ha provveduto a studiare i motivi che hanno reso difficoltosa o impossibile la partecipazione degli studenti con disabilità alla Dad e, come segnalato nel report, i più frequenti sono gravità della patologia (27%), la mancanza di collaborazione dei familiari (20%) e il disagio socio-economico, tra l’altro riscontrato anche in alunni non disabili, (17%).Per una quota meno consistente ma non trascurabile di ragazzi, il motivo dell’esclusione è dovuto alla difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (PEI) alla Didattica a distanza (6%), alla mancanza di strumenti tecnologici (6%) e, per una parte residuale, alla mancanza di ausili didattici specifici (3%).

Troppi pochi insegnanti di sostegno

Gli insegnanti per il sostegno che nell’anno scolastico 2019/2020 hanno lavorato all’interno delle scuole italiane sono poco più di 176 mila, con un rapporto alunno-insegnante a livello nazionale pari a 1,7 alunni ogni insegnante per il sostegno.

Anche se questo dato è migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un valore pari 2, tuttavia, “il numero di insegnanti specializzati risulta ancora insufficiente – spiegano gli esperti -; la richiesta di queste figure aumenta di anno in anno più velocemente di quanto non cresca l’offerta. Per questa ragione nel 37% dei casi si selezionano i docenti per il sostegno dalle liste curricolari; si tratta di docenti individuati per rispondere alla carenza di insegnanti per il sostegno, ma che non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità. Questo fenomeno è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolgono attività di sostegno sale al 47% mentre si riduce nel Mezzogiorno attestandosi al 24%“.

Dati sugli assistenti all’autonomia

Nelle scuole italiane gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione (assistente ad personam), che affiancano gli insegnanti per il sostegno, sono più di 57mila. Questi ultimi sono operatori specializzati, finanziati dagli enti locali, la cui presenza può migliorare molto la qualità dell’azione formativa facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni d’autonomia.

Secondo lo studio la disponibilità di queste figure varia molto sul territorio. A livello nazionale il rapporto alunno/assistente è pari a 4,6; nel Mezzogiorno cresce a 5,5, con punte massime in Campania e in Molise dove supera, rispettivamente, la soglia di 14 e 13 alunni/assistente.

La Sicilia, fortunatamente, in questo caso rientra tra le migliori in Italia e nel Meridione, un rapporto pari 3,7. Le regioni migliori Lomabardia e P.A. Trento, con 3.1 e le Marche con 2,9

Si conferma invece la carenza di operatori conoscenti la LIS (Lingua Italiana dei Segni), solo il 5%.

Barriere architettoniche

Nell’anno scolastico 2019-2020 sono ancora troppe le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane – spiega l’Istat – solamente una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria . La situazione appare migliore nel Nord del Paese dove si registrano valori superiori alla media nazionale (36% di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli più bassi, nel Mezzogiorno (27%). La regione più virtuosa è la Valle d’Aosta, con il 63% di scuole accessibili, di contro la Campania si distingue per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (21%). La mancanza di un ascensore o la presenza di un ascensore non adatto al trasporto delle persone con disabilità rappresentano le barriere più diffuse (44%). Frequenti sono anche le scuole sprovviste di bagni a norma (26%) o servoscala (interno ed esterno, 25%). Raramente invece si riscontra la presenza di scale o porte non a norma (rispettivamente 6% e 3%)“.

L’Istat ha poi stilato il tasso di risposta delle Regioni relativo all’inclusione dei disabili, mettendo la Sicilia nella top 10 delle peggiori, con un tasso pari a 76, contro la media nazionale di 78,5. La migliore Bolzano, con tasso pari a 96.

Fonte immagine: primarypractice