SICILIA – La scuola è iniziata da qualche giorno e in classe sono milioni gli studenti a essere rientrati. Come di consueto, in questo periodo vengono pubblicati i dati relativi all’abbandono scolastico, pari al 13,1% (secondo le ultime osservazioni). Un dato che è ben oltre la soglia dell’Unione Europea, che è pari al 9%.
Al centro di tale problematica rimane il fatto che in Italia circa il 12% dei bambini e degli adolescenti si trova in condizioni di povertà assoluta. Dato che, purtroppo, peggiora in modo significativo in Sicilia, rendendola così tra le regioni peggiori nel Bel Paese e a livello europeo.
Nel corso dell’ultimo ventennio, purtroppo, a causa della terribile crisi economica, le condizioni sociali ed economiche sia generali che delle singole famiglie sono peggiorate. Basti pensare che si è passati dal 3,3% dei residenti in Italia in povertà assoluta nel 2005 all’8,4% nel 2017.
Nel nostro paese vi sono residenti quasi 10 milioni di persone under 18, ovvero il 16% della popolazione totale. Un dato che, naturalmente, varia in diverse aree del Bel Paese, con regioni che a esempio superano il 18%, come in Campania e in Trentino Alto Adige, e in altre dove non si raggiunge nemmeno il 14%, come Liguria e Sardegna.
Interessante per la nostra regione, invece, è il dato relativo alla quota minori nel grandi centri. Infatti, nella top 3 delle città con più under 18 residenti vi sono due città siciliane, Catania e Palermo. Secondo i dati Istat, infatti, i 3 grandi centri dove la quota minori supera il 17% della popolazione residente sono: Napoli (17,83%), Palermo (17,35%) e Catania (17,22%).
In queste città risulta infatti diffusa anche l’incidenza del disagio economico tra le famiglie. Lo vediamo attraverso un altro indicatore Istat, che conteggia proprio la percentuale di famiglie con figli dove la persona di riferimento ha meno di 65 anni e in cui nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro. Caratteristiche che generalmente segnalano grandi difficoltà economiche. In Italia le città con più alta percentuale di famiglie in potenziale disagio sono proprio Napoli (9,5%), Catania (7,8%), Palermo (7,3%), Messina (5,5%).
Questa mostra nuovamente un forte divario interno, con un netto squilibrio tra meridione e settentrione. Uno disequilibrio che si ripete anche per quanto riguarda l’abbandono scolastico con la Sicilia che si conferma la regione peggiore. Il tasso di abbandono sulla nostra Isola è pari 19,4% (a fronte del 13,1% media nazionale). Seguono poi Campania (17,3%), Calabria (16,6%) e Puglia (15,6 per cento). Le regioni migliori, come sospettabile, sono quelle del centro-nord: Abruzzo (8%), Friuli Venezia Giulia (8,5%), Molise (8,6%). Tra l’altro, tali regioni rimangono anche sotto la soglia media europea.
Allo stesso tempo è giusto sottolineare come anche nel Mezzogiorno sono stati registrati i progressi maggiori rispetto all’anno precedente. In base ai dati di Istat infatti nel 2019 sud e isole avevano un tasso di abbandono pari al 18,2%, sceso poi al 16,3% nel 2020. Analizzando le quattro regioni che si trovano sopra la media italiana, possiamo notare che tre di queste hanno migliorato i loro dati nell’ultimo anno.
L’assessorato all’Istruzione della Regione Siciliana ha dichiarato proprio che il dato è molto preoccupante, spiegando che la dispersione maggiore avviene nel passaggio tra la scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado. L’assessorato ha poi anche sottolineato che sono state già attivati dei progetti di sostegno sociale attraverso gli istituti previsti dalla normativa e attinenti agli enti locali e all’assessorato alla famiglia e alle politiche sociali.
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