Acquisire anche il cognome della madre tutela il diritto del figlio all’identità personale

Acquisire anche il cognome della madre tutela il diritto del figlio all’identità personale

La pronuncia della Corte Costituzionale è storica. Sì perché, d’ora in poi, il figlio (nato nel matrimonio, fuori da esso o adottivo) assumerà il cognome di entrambi i genitori nell’ordine concordato dagli stessi, salvo che essi decidano di comune accordo di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. Inoltre, in caso di disaccordo, sarà il giudice a decidere.

Insomma, una vera e propria svolta. D’altronde la stessa Consulta ha affermato che ogni norma che prevede l’acquisizione automatica del cognome paterno rappresenta “un retaggio di una concezione patriarcale della famiglia”. Quindi ha dichiarato ognuna di esse costituzionalmente illegittima e, per questo, ha chiesto che siano espunte dal nostro ordinamento. Adesso, infatti, la palla passa al Parlamento, che proprio in questi giorni si sta occupando della questione.

Diritto al cognome della madre come diritto all’identità personale

Nella sua sentenza, la Corte Costituzionale asserisce che queste norme contrastino con gli artt. 2, 3 e 117, primo comma, Cost., nonché con gli artt. 8 e 14 della Convenzione dei diritti dell’uomo e con la Convenzione di New York del 1979. Cioè confliggono con i diritti inviolabili dell’uomo, che la Repubblica italiana riconosce e garantisce, con il principio di uguaglianza, con l’ordinamento
comunitario e con gli obblighi internazionali. Questi, infatti, impongono agli Stati membri dell’Ue e agli Stati parte dei relativi trattati internazionali di adottare ogni misura che elimini forme di discriminazione delle donne nei rapporti familiari, garantendo pari diritti ai coniugi.

Infatti il Collegio scrive: “Nel solco del principio di uguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta del suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale”. Proprio così. Secondo i giudici, attribuire automaticamente il cognome paterno al figlio, non solo è una forma di discriminazione della donna all’interno della famiglia, ma è anche lesivo dell’identità del figlio, che potrebbe volere identificarsi fin dalla nascita con i cognomi di entrambi i genitori o solo con quello della madre (si pensi ai casi di donne che crescono da sole i figli).

La decisione della Corte arriva dopo un lungo percorso, iniziato dinanzi alla Corte europea dei diritti
dell’uomo. Questa, infatti, nel 2016 ha stabilito il diritto del figlio di poter acquisire il cognome di
entrambi i genitori. Ciò non solo al fine di eliminare una discriminazione nei confronti delle donne
ma anche al fine di tutelare l’identità personale della prole.

Assegnare automaticamente a quest’ultima il cognome del padre, comprimerebbe il suo diritto all’identità personale, visto che ciascun figlio – dicevamo – potrebbe voler identificarsi nel cognome materno o in quello di entrambi i genitori. E su questa stessa strada ha proseguito la Corte Costituzionale. Pertanto la regola è che il figlio acquisirà i cognomi di entrambi i genitori, che sceglieranno quale dei due dovrà precedere l’altro. In caso di accordo, potranno mettere anche un solo cognome. Mentre in caso di disaccordo, sarà il giudice competente in materia familiare a decidere.