Politica

Sicilia, approvato il bilancio interno dell’Ars con una riduzione di mezzo milione di euro

SICILIA – È stato approvato, a sala d’Ercole, il bilancio interno dell’Assemblea regionale siciliana, con una riduzione di mezzo milione di euro rispetto all’anno scorso.

In tal modo l’Assemblea, nel rispetto delle sue prerogative costituzionali, dà attuazione all’Accordo Stato-Regione del 14 gennaio 2021” che, per ridurre le spese, prevede anche la progressiva riduzione dei trasferimenti all’Ars.

Il bilancio dell’Ars è passato da 162,2 milioni del 2012 agli attuali 133,5 milioni, con un’evidente riduzione di 28,7 mln che “non ha comunque pregiudicato l’ordinario svolgimento delle funzioni istituzionali dell’Ars, neppure nel corso dell’emergenza pandemica che ha comportato un incremento dei costi di sicurezza sui luoghi di lavoro“.

Una ponderata gestione e allocazione delle risorse finanziare stanziate per i fondi di riserva obbligatoriamente previsti per legge – si legge nella relazione al bilancio del collegio dei Questori – ha permesso di liberare risorse per il finanziamento di alcune operazioni finanziarie volte al rispetto della sobrietà istituzionale“.

Nello specifico “si è ridotto del 15% lo stanziamento previsto per il rimborso missioni deputati da 35mila euro a 30mila euro previsti nel 2023; si è aumentato del 19% lo stanziamento a titolo di contributo alla Fondazione Falcone per la concessione di borse di studio da 101.250 a 125.000 euro“.

Pur nel superamento della fase emergenziale dell’epidemia di Covid-19 si è mantenuta una forte consistenza del capitolo sulle iniziative per finalità sociali e di solidarietà che mantiene per il 2023 uno stanziamento di 1.210.000, con un risparmio di 190mila euro rispetto allo stanziamento del 2022“.

Commissione Ars approva il disegno di legge di “Bilancio 2023/25”

Pochi giorni fa è stato approvato il disegno di legge Bilancio 2023-25 che offre un quadro rafforzato e virtuoso dei conti della Regione. Vede la luce un bilancio dal valore complessivo di oltre 16,5 miliardi di euro che si articola su certezze contabili e che, seguendo un principio di oculatezza, riduce l’indebitamento complessivo dell’ente“.

Così l’assessore regionale all’Economia Marco Falcone, commentando il via libera al ddl Bilancio 23-25, cui seguirà la trattazione in Commissione della Legge di Stabilità 2023.

Inoltre, grazie a specifici accantonamenti – prosegue l’esponente del governo Schifani – teniamo conto di tutte le partite indicate dalla Corte dei conti, ma anche reinvestiamo la cifra di 200 milioni di euro che abbiamo in entrata sulla base dell’accordo Stato-Regione per il recupero della maggiore spesa sanitaria“.

Procediamo con speditezza, nel rispetto del calendario concordato con l’Aula – aggiunge il presidente Renato Schifani – nel varo dei documenti contabili della Regione. Il tutto nell’ottica della regolarizzazione dei conti e per dare risposte concrete ai siciliani, con una programmazione economica ragionevole e lungimirante, che non penalizzi lo sviluppo dell’Isola e i servizi ai cittadini“.

Economia siciliana in caduta libera, si va verso la recessione: nel 2023 previsto Pil negativo

Uno scenario decisamente preoccupante quello relativo alla situazione economica in Sicilia. Per il 2023 si prevede un Pil al – 0,3%: a destare stupore è il ribaltamento delle previsioni che, fatte lo scorso luglio sui prossimi mesi, facevano pensare a una crescita del 2,6%.

A comunicarlo è il Governo Schifani, attraverso la nota di aggiornamento al Defr 2023-2025, approvata in giunta e già trasmessa all’Assemblea regionale siciliana.

La revisione delle stime, che è stata effettuata considerando il mutato quadro programmatico della NaDefr, vede migliorare le previsioni elaborate a luglio per l’anno in corso (da 2,3% a 3,3%) con un differenziale positivo di un punto percentuale – si legge nel documento – ma prospetta un peggioramento del percorso di ripresa per gli anni successivi, soprattuto per l’anno 2023, che a fronte di una ipotesi di crescita del 2,6% stimata a luglio, mostra adesso una variazione negativa (-0,3%).

Per il governo “la recessione prevista rappresenta il riflesso dell’indebolimento dell’attività economica, principalmente attribuibile ai minori consumi delle famiglie e alla riduzione degli investimenti delle imprese in macchinari e attrezzature, a causa dell’impatto dell’inflazione sul reddito disponibile e della maggiore incertezza nelle aspettative, oltre che dell’aumento dei costi di finanziamento indotto dal rialzo dei tassi d’interesse. Si tratta, peraltro, degli stessi fattori che incidono negativamente sul volume degli scambi internazionali, a sua volta influente, come domanda estera, sul sistema produttivo regionale“.

Particolare rilevanza – prosegue la NaDefr – assume, a livello regionale, la crescita dell’inflazione che a novembre mostra una variazione del 14,3% su base annuale, mantenendo una dinamica più elevata rispetto al resto del Paese“.

Foto di repertorio

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