SICILIA – La Regione Siciliana starebbe pensando di richiamare i pensionati a causa della mancanza di personale. Una “triste notizia” che il Confsal–Crab apprende “da un noto quotidiano nazionale“.
Ecco quanto si legge nel comunicato: “Nella speranza che quanto scritto non corrisponda a verità, i coordinatori regionali Giuseppe Failla, Giampaolo Cappello e Giuseppe Di Rocco, ricordano che questo sindacato, dapprima coordinamento dei dipendenti del comparto non dirigenziale delle sole categorie A e B della Regione Siciliana, da quando esiste ha più volte suggerito una seria e adeguata proposta di riqualificazione di tutto il personale e in particolar modo per le categorie più basse che da almeno un ventennio svolgono mansioni superiori senza aver riconosciuto nessun avanzamento di carriera o beneficio economico“.
“Oggi – si legge nella nota del Confsal-Crab – anche a seguito della fuoriuscita anticipata del personale che sta realizzando ingenti tagli alla dotazione organica, non è più tollerabile l’assetto professionale di fatto esistente che penalizza contemporaneamente dipendenti e amministrazione regionale. L’efficienza del lavoro nell’amministrazione regionale passa attraverso un approccio organico che affronti nel contempo, come due facce dello stesso processo, la concreta valorizzazione delle professionalità esistenti all’interno del Comparto non dirigenziale, soprattutto per il personale di ‘A’ e ‘B’ sulla base del reale fabbisogno dell’amministrazione regionale”.
La nota prosegue: “Proponiamo pertanto di seguire la nuova classificazione di ispirazione ministeriale in tre aree per creare un ‘sistema di classificazione flessibile‘ e non rigido, affinché non avvenga alcun appiattimento del personale, per una migliore efficienza, in un’ottica di risparmio per l’amministrazione. Tale flessibilità consentirebbe in base alle competenze, alle professionalità, al merito e alla preparazione culturale certificata dai titoli di studio posseduti soprattutto dal personale in categoria A e B di poter lavorare al fine di migliorare realmente i servizi erogati dall’Ente Regione. L’unico metro di valutazione, per applicare la meritocrazia e riconoscere la posizione di tantissimi colleghi che oggi svolgono effettivamente mansioni superiori, è quello dei titoli di studio posseduti, accompagnato dalle competenze e dalle professionalità utilizzate di fatto dall’amministrazione”.
La conclusione: “La nostra proposta, dunque, prevede la ricollocazione di tutto il personale in tre fasce secondo la Delibera della Giunta di Governo del 6 novembre 2018 n. 434 in analogia con quanto già in vigore per i vari comparti appartenenti al settore statale. È importante sottolineare che questa operazione di ricollocazione di ciascun dipendente sarà a costo zero per la Regione, poiché finanziata con circa la metà del Fo.R.D. del comparto non dirigenziale cioè economie spettanti allo stesso comparto. Abbiamo già contattato l’assessore Zambuto per potergli prospettare questa nostra proposta a costo zero, corredata di tabelle e quindi con numeri alla mano, e siamo in attesa di essere ricevuti nella speranza che si risolva una volta per tutte la problematica della riqualificazione del personale di tutto il comparto non dirigenziale”.
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