Cateno De Luca chiede dimissioni dei Vertici di AST: “Lavoratori sfruttati e svendita tratte ai privati”

Cateno De Luca chiede dimissioni dei Vertici di AST: “Lavoratori sfruttati e svendita tratte ai privati”

SICILIA –Lavoratori sfruttati come limoni e svendita delle tratte più redditizie ai privati. Chiediamo le dimissioni dei vertici dell’AST“. Queste le parole di Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, che ha raggiunto i lavoratori dell’AST in presidio ieri mattina sotto la sede della direzione generale dell’azienda.

Cateno De Luca chiede dimissioni dei Vertici di AST

È inconcepibile – ha dichiarato De Luca – che i vertici dell’AST abbiano mentito sull’esistenza di un Piano Industriale regolarmente approvato dagli organi competenti. Non solo esistono diverse versioni del Piano Industriale, adattate in base al contesto, ma si attacca anche l’onorevole Giuseppe Lombardo, che, a nome del gruppo parlamentare Sud chiama Nord, sta denunciando come la lobby privata del trasporto pubblico locale stia cercando di appropriarsi delle ultime tratte redditizie.

Era noto che il governo Schifani, basato sulla privatizzazione dei profitti e sulla socializzazione dei costi, avrebbe sostenuto certi sistemi ‘politico-affaristici’. Tuttavia, assistere alla privazione del diritto alla mobilità per i comuni montani e le aree interne, oltre allo sfruttamento dei lavoratori senza garanzie per la continuità delle attività aziendali, evidenzia un disegno ‘politico-criminale’ che ci costringe a pagare anche l’aria che respiriamo.

Lavoratori sfruttati e svendita tratte ai privati

Siamo solidali con le categorie che hanno già pagato il prezzo di questa politica aziendale scellerata, come i meccanici licenziati senza preavviso.

Il gruppo parlamentare di Sud chiama Nord, oltre a chiedere le dimissioni dei vertici, pretende che venga bloccata la scellerata operazione di svendita a rate dell’AST e la conseguente consegna ai privati del nostro diritto alla mobilità.

Invitiamo infine le organizzazioni sindacali a schierarsi a favore dei lavoratori e della continuazione dell’attività aziendale, dimostrando che di fronte a certe azioni ignobili non ci debba essere corruzione che possa piegare il loro impegno“.