Boom di polemiche dopo le parole di Figuccia: 500 donne firmano la petizione per farlo dimettere

Boom di polemiche dopo le parole di Figuccia: 500 donne firmano la petizione per farlo dimettere

SICILIA – Boom di polemiche dopo le parole di Vincenzo Figuccia, che nei giorni scorsi ha pronunciato una frase che non è per nulla andata a genio. La sua affermazione è stata etichettata come “violenta e maschilista” ed è per questo che 500 donne attiviste siciliane, tra cui studentesse, professioniste e giornaliste, hanno chiesto le dimissioni del deputato regionale della Lega.

Ciò che conta non è ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie. E soprattutto come lo usano per il bene dei siciliani“, aveva dichiarato Figuccia e da lì l’infinita polemica. La frase si riferisce all’assenza di donne nella giunta regionale guidata da Musumeci in seguito alla risistemazione delle cariche.

Le donne, però, non ci stanno e lanciano la petizione “Più donne per la democrazia”, volta a contrastare quella che è stata definita come “una caduta di stile che dimostra l’arroganza al potere, l’avidità e l’ignoranza di chi si crede impune“.

La replica di Figuccia

Su Facebook Figuccia replica a tutto questo “polverone” sollevato dopo le sue affermazioni che non sono affatto piaciute e che sarebbero sintomo di una discriminazione di genere inaccettabile: “Scusate qualcuno può spiegarmi cosa ci sia di sessista nel dire che ciò che abbiamo tra le orecchie, cioè il cervello, è più importante di ciò che abbiamo tra le gambe? Francamente mi sembra una polemica montata da 4 radical chic di sinistra“.

Ancora: “Davvero non comprendo in che cosa si concretizzi il maschilismo nel sostenere che le donne vanno supportate non solo perché donne ma soprattutto perché brave. L’isterismo di una certa sinistra da salotto, mi conferma che le mie parole hanno toccato nel vivo un’ipocrisia generalizzata, che considera le donne specie protetta e non protagoniste di una reale parità incentrata sul merito. Tuttavia alla loro cattiveria, rispondo con un sorriso, al grido viva le donne!“.