SICILIA – I luoghi che visitiamo e/o viviamo sono belli da tantissimi punti di vista e ricchi di sfaccettature, ma a volte siamo così occupati a fare altro che non ci soffermiamo nelle piccole cose.
Dovremmo, invece, concentrarci e “spulciare” ogni singolo scorcio magico. Bisognerebbe avere solo il coraggio di osare e cambiare prospettiva, se necessario, oppure alzare un po’ più su gli occhi e perdersi nella meraviglia che ci circonda.
Il “Borgologo”
È questa la “sfida” di Rosario Patti, che ce la sta mettendo tutta per vincerla. È lui, infatti, il primo “Borgologo” d’Italia, originario di Nissoria, un piccolo paesino dell’entroterra Ennese. Vediamo da vicino di cosa si occupa e tutto il lavoro che c’è dietro per ricoprire tale figura.
“Dopo anni di studio senza sosta e con un amore e una passione in continuo crescendo, sto approcciandomi alla neo figura del ‘Borgologo’ (chi studia i borghi, termine da me coniato e frutto di impegno e sacrificio), vedremo cosa ne verrà fuori: sicuramente dovrò ancora approfondire, crescere, deludermi e superarmi in questa danza che è la mia scelta di vita“, dichiara.
Un narratore o “cuntastorie”
“Ho viaggiato per la Sicilia in lungo e in largo ma ovviamente mi manca ancora molto da esplorare, da vivere, da raccontare. Un narratore o ‘cuntastorie’ ha sempre fame di poesia, di raffigurare il mondo talvolta con l’inchiostro, talaltra di favellare su cose incredibili, di vedere di rimando lo scintillio negli occhi dell’interlocutore“, aggiunge.
E ancora: “La sfida più grande? Vedere dilatarsi lo sguardo e trattenere il fiato proprio in chi quei luoghi li abita, ma non li ha mai percepiti come incantevoli! Guardiamo spesso altrove (bello, giusto, sano), ma non approfondiamo i luoghi della nostra quotidianità: per assurdo siamo assuefatti e trascuriamo la nostra bellezza. Ci mancano pezzetti delle nostre storie, perché pochi ce le hanno narrate e noi necessitiamo di una narrazione continua“.
Perché il Borgo?
Rosario Patti si pone proprio questo obiettivo: dare spunti, informazioni e materiale a chiunque abbia “sete” di conoscenza, che voglia avvicinarsi a questo mondo stracolmo di bellezza e tanta, tanta poesia.
La domanda, quindi, sorge spontanea: “Perché tanta attenzione per il borgo e non per la città o altre realtà?“. La sua è stata una sorta di “vocazione”: “Ho scelto da sempre di vivere in paese, di apprezzare il borgo per quello che dà e non quello che toglie, per quello che può e non ciò che non può, per il senso di protezione che trasmette! I paesi, nella loro apparente immobilità, nascondono un gran fermento, risparmiandoci spesso la frenesia delle grandi città (dove si può sempre andare)“.
“L’amore per il territorio va condiviso”
E il futuro è tutto da svelare, così come i posti in cui andrà per raccontare le sue avventure in giro per il mondo. “Di certo, avrò bisogno del rimando di tutti gli amanti della scoperta continua dei nostri territori. Ciascuno può dare un contributo e io ne necessito: l’amore per il territorio va condiviso“, precisa.
“Mi permetto di lanciarvi uno dei miei motti: ‘Se dovete scegliere, scegliete il cinguettio degli uccelli che in un borgo è sempre possibile ascoltare!‘”, conclude.
La video-intervista
“Io sono nato nelle ‘vanedde’ e quello che avvertivo era qualcosa di straordinario. Anche un semplice ‘rumore’ delle pentole che sbattono, per esempio, che non è il caos della città, innesca una vera e propria sinfonia e io ho voluto ‘orchestrare’ odori, sapori, ‘sgrusci’ di paese“, racconta in una video-intervista a Marcello Proietto di Silvestro, presidente Ristoworld Italy.
“Si vive una vita genuina, nostrana, autentica, contornata di valori veri che in una realtà più dispersiva non riesci a trovare. Io sento il rintocco delle campane qui a Nissoria. In una città, invece, non è semplice sentirlo. Ti ritrovi immerso nei tuoi 5 sensi“, sottolinea.
“È complessa la figura del ‘borgologo‘, che va capitalizzata. Incarna il consulente di marketing, la figura dell’esperto in gastronomia, del pianificatore strategico, del narratore. Ci vuole un’apposita formazione“, afferma con fierezza.
“Non è una figura improvvisata, alla base c’è l’amore per il territorio che si trasforma poi in opportune e concrete occasioni di sviluppo“, risponde Marcello Proietto di Silvestro.