SICILIA – È con l’espressione tragedie annunciate che spesso viene definita gran parte dei femminicidi nei confronti di donne che avevano trovato il coraggio di denunciare e che poi però non sono riuscite a sfuggire a colui che, di lì a poco, sarebbe apparso su tutti i notiziari in veste di carnefice.
Ciò che preoccupa maggiormente è proprio il fatto che spesso a perdere la vita siano donne che avevano trovato il coraggio di voltare pagina, allontanandosi dal marito o dal compagno violento e rivolgendosi alle Forze dell’Ordine per essere adeguatamente protette. Eppure, a quanto pare, a volte non basta.
Lo dimostrano i notiziari, le prime pagine dei quotidiani, puntualmente tappezzate di volti di donne accomunate da uno stesso crudele destino. Di vittime che forse potevano essere strappate dalle braccia del loro assassino, ma che alla fine hanno dovuto subire proprio ciò da cui, più di qualsiasi altra cosa, desideravano scappare.
Di solito queste circostanze, purtroppo molto comuni, vengono erroneamente considerate inevitabili perché “si sapeva che sarebbe finita così“. Bisognerebbe piuttosto ricordare che annunciate non è sinonimo di ineluttabili e quindi forse qualcosa in più può sempre essere fatto per tutelare chi decide di voltare pagina.
Proprio per ridurre l’alto tasso di donne uccise anche dopo la denuncia, è entrato in vigore lo scorso 30 settembre il Codice rosso rafforzato che rappresenta un passo in avanti attraverso cui le Autorità competenti potranno tendere una mano – in modo più incisivo – a chi decide di chiedere aiuto.
Tutte coloro che segnalano una situazione di violenza dovranno essere ascoltate dal pubblico ministero entro tre giorni dalla denuncia. Nel caso in cui tali tempistiche non vengano rispettate, il procuratore potrà assegnare il fascicolo a un altro pubblico ministero.
L’obiettivo è rendere più tempestivo l’intervento delle Forze dell’Ordine, in modo da non sprecare attimi preziosi che, come più volte accade, potrebbero rivelarsi fatali.
Un’altra novità riguarda l’allungamento dei tempi per sporgere denuncia: chi decide di rivolgersi alle Autorità avrà dodici mesi a disposizione per farlo, invece dei sei mesi che aveva in precedenza.
Ripercorriamo brevemente la lunga scia di sangue che ha “macchiato” le prime pagine di molti quotidiani, riportando qui sotto proprio i nomi delle donne uccise in quest’ultimo anno in Sicilia.
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