SICILIA – Allarme tubercolosi bovina in Sicilia: gli allevatori devono fare i conti ogni giorno con questo “nemico” da combattere. I rischi ci sono e sono evidenti, con pesanti ricadute anche sul piano economico.
Molte aziende, tra l’altro, rischiano di chiudere. Analizziamo nel dettaglio di che si tratta.
La tubercolosi bovina è una malattia batterica causata da Mycobacterium bovis e Mycobacterium caprae, colpisce l’uomo e gli animali e si presenta con decorso per lo più cronico depauperante.
È caratterizzata da processi produttivi di tipo granulomatoso con formazione di noduli (tubercoli) e di processi essudativi.
La TBC è classificata come malattia della lista B dell’Office International des Epizooties (OIE) e viene considerata come patologia con effetti socio-economici e di salute pubblica di notevole rilevanza e con impatto potenzialmente significativo nei confronti del commercio internazionale di animali e prodotti animali.
La malattia è presente in alcuni territori dell’Italia, prevalentemente al sud, dove risulta di difficile eradicazione per le caratteristiche intrinseche del microorganismo in termini di resistenza all’ambiente esterno e per la tipologia di allevamento improntato alla monticazione e transumanza.
Negli ultimi anni, grazie agli interventi normativi, l’attività di formazione sul campo e l’implementazione di sistemi atti alla verifica puntuale dell’attività svolta sul territorio, si è assistito a un miglioramento della situazione epidemiologica con riduzione del numero di focolai.
“Ancora una volta gli allevatori vengono lasciati da soli a fronteggiare l’emergenza tubercolosi bovina che sta costringendo numerose aziende a chiudere. Mi schiero al fianco di quegli allevatori che in queste ore sono in sciopero della fame, per protestare nei confronti delle istituzioni che non sono mai intervenute. Mi chiedo cosa aspettino ancora il Ministero e la Regione a intervenire con il vaccino Rb51 in Sicilia, così come avviene da anni in Spagna. Per questo ho chiesto alla Commissione UE di intervenire a loro supporto”.
Così commenta l’europarlamentare Ignazio Corrao la notizia degli scioperi della fame da parte di allevatori siciliani, per protestare contro la situazione della tubercolosi bovina.
“La situazione in Sicilia, dove negli ultimi anni migliaia di bovini sono stati abbattuti a causa della tubercolosi – con conseguenti licenziamenti dei dipendenti degli allevamenti colpiti – costringe oggi gli allevatori a fare lo sciopero della fame per attirare l’attenzione e chiedere aiuto alle istituzioni europee dopo anni di confronto infruttuoso con le istituzioni regionali e nazionali”, prosegue l’eurodeputato.
“Per questo – conclude Corrao – ho chiesto in via d’urgenza alla Commissione UE di supportare gli allevatori siciliani nel gestire la situazione critica legata all’abbattimento dei bovini e, considerato anche che il Ministero italiano ha negato più volte la validità della vaccinazione in Sicilia, riportare il risultato della vaccinazione in Spagna con il vaccino RB5”.
Il bovino è considerato l’ospite naturale e serbatoio principale della malattia, tuttavia è dimostrato che alcune specie selvatiche possono fungere da reservoir per M. bovis/M. caprae. In particolare il tasso, il cinghiale (Hardstaff et al. 2014, Res. Vet. Sci. 97: S86-S93) e il cervo (Fink et al. 2015, Emerg. Inf. Disease 21: 464-467).
In Italia cervo e cinghiale sono stati descritti con il ruolo di spill over “ospiti accidentali” di M. bovis (Serraino et al. 1999. J. Clin. Microbiol. 37: 2766-2771; Chiari et al. 2016) con trasmissione da bovini infetti. È stato inoltre descritto un caso di TB nel capriolo (Balseiro et al. 2009).
Annualmente si elabora un Piano di Eradicazione per la Tubercolosi bovina e bufalina, presentato alla Commissione europea per l’approvazione ed il cofinanziamento, che prevede l’esecuzione di controlli negli allevamenti di bovini e bufalini, annuali per i territori non ufficialmente indenni, con cadenze diverse per i territori ufficialmente indenni; viene inoltre effettuata l’ispezione presso gli impianti di macellazione.
Fonte foto: Ministero della salute
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