Terremoto del Belice, a 55 anni da quella maledetta notte: il ricordo del presidente Mattarella

Terremoto del Belice, a 55 anni da quella maledetta notte: il ricordo del presidente Mattarella

SICILIA – Ricorre nella notte tra il 14 e il 15 gennaio l’anniversario di una delle tragedie che hanno segnato in modo indelebile il territorio della Sicilia: il terremoto della Valle del Belice, una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra le province di Trapani, Agrigento e Palermo.

Sono trascorsi 55 anni dal sisma che ha provocato una catastrofe ricordata per l’enorme numero di persone rimaste coinvolte: si contano 300 morti, circa 500 feriti e molte decine di migliaia di sfollati.

L’omaggio del presidente Mattarella

In occasione dell’anniversario di un evento naturale che ha seminato morte e distruzione, il capo dello Stato Sergio Mattarella si è espresso così: “Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio di cinquantacinque anni or sono, un terremoto devastante sconvolse la Valle del Belice, recando morte ai suoi abitanti, distruggendo abitazioni e paesi, infliggendo il dolore più straziante. Alle vite spezzate, alle famiglie che vinsero la paura e la disperazione, ai loro discendenti che hanno aperto nuove strade, va il primo pensiero“.

Fu una prova durissima. Il Paese intero partecipò con commozione alle sofferenze di quelle comunità. L’Italia avrebbe conosciuto, in pochi anni, altre tragedie innescate dalla natura altamente sismica del nostro territorio, con costi elevatissimi, anzitutto in termini di vite umane. Dopo quei drammatici eventi la Repubblica si è dotata di un’organizzazione per la prevenzione, per il soccorso, per la protezione delle persone, per la ripresa delle attività dopo l’emergenza che oggi è presa a modello“.

Rimane indelebile la solidarietà sviluppata dalla comunità nazionale che ha accompagnato i momenti più difficili. Lo spirito di condivisione degli italiani ha spinto le istituzioni a progredire. Vi hanno contribuito in modo significativo le persone della Valle del Belice, difendendo la propria dignità e i propri diritti, e trasformando le tante sofferenze e privazioni in energia civile“.

Fonte foto Dipartimento Protezione civile