SICILIA – Partire e lasciare tutto, alla ricerca della propria strada: è proprio questo che fanno gli studenti fuorisede. Si allontanano dal proprio “nido”, dal loro porto sicuro, dal luogo d’infanzia che, evidentemente, non coincide più con quello in cui immaginano il loro futuro.
Sommersi da bagagli e da valigie, spiccano il volo, portando con sé una sola certezza: il loro posto non è più tra le braccia dei genitori, tra le risate e le serate con gli amici, tra le strade di una città che conoscono come le proprie tasche.
Quella dei fuorisede è ormai una condizione sempre più frequente tra i giovani che, una volta concluso il percorso scolastico, decidono di dare una svolta alla propria vita. Andare a vivere da soli, sperimentare il peso delle responsabilità, ma allo stesso tempo sentire l’irrinunciabile sapore della libertà.
Perché così tanti studenti fuorisede
Dietro la decisione di allontanarsi dall’ambiente familiare, dalla città di origine, dagli amici e dalle abitudini a cui per anni ci si è aggrappati, ci possono essere diverse ragioni.
Molti giovani sono spinti a cambiare città a seconda del percorso universitario che intendono intraprendere. Non sempre la facoltà in cui ci si vuole iscrivere ha sede nella propria città oppure – qualora ci sia – non necessariamente è all’altezza delle proprie aspettative. Spesso quindi quella di andare fuori può anche essere una scelta “forzata“.
In altri casi invece prevale il desiderio di maggiore autonomia, insieme alla volontà di farcela da soli. Per molti la partenza potrebbe essere un tentativo per tagliare quel “cordone ombelicale” che fin dalla nascita li lega ai familiari. Si tratta di un’opportunità per cambiare stile di vita, per gettarsi in una nuova avventura, approfittando delle inesauribili energie tipiche di chi ha ancora tutta la vita davanti.
Molti studenti fuorisede partono proprio dalla Sicilia
A destare preoccupazione è proprio la situazione in Sicilia: sono sempre di più i giovani che decidono di lasciare le proprie radici per trasferirsi in gettonate città italiane del Centro-Nord o, addirittura, all’estero. Negli ultimi anni è notevolmente cresciuto il tasso di siciliani che decidono di sperimentare la vita da fuorisede, nella convinzione che fuori dall’Isola avranno maggiori opportunità, universitarie e lavorative.
A rendere il dato ancora più allarmante è il fatto che la Sicilia al momento non riesce a compensare in alcun modo il numero di studenti in partenza. Sono decisamente pochi, in confronto, gli studenti italiani che scelgono l’Isola come sede dei propri studi. In sintesi, sempre più studenti partono e sempre meno ne arrivano.
Per questo è importante cercare di analizzare nel dettaglio le cause che inducono molti siciliani a scegliere una sede diversa per i loro studi, spesso trasferendosi nel resto dell’Italia, o molte altre volte direttamente all’estero.
La testimonianza di Sofia: “Ecco perché ho scelto la vita da fuorisede”
Ai microfoni di NewSicilia è intervenuta Sofia, una ragazza catanese, di 19 anni, che l’anno scorso ha deciso lasciare non solo la Sicilia, ma anche l’Italia, per andare a studiare in Olanda. La giovane ha voluto raccontare la sua esperienza per parlare della vita degli studenti fuorisede, soffermandosi sui motivi che l’hanno indotta ad ampliare i suoi orizzonti.
“L’anno scorso – ha esordito la ragazza – ho studiato Scienze Biomediche ad Amsterdam alla Vrije Universiteit. L’anno prossimo studierò PPE (philosophy, politics and economics) sempre alla stessa Università“.
“Perché ho scelto di lasciare l’Italia”
“Ho deciso di studiare fuori per molti motivi“, ha spiegato la 19enne. “Innanzitutto ero stanca di una mentalità tradizionale sia nell’approccio allo studio che nella società in generale, in un Paese che ancora resta purtroppo indietro su temi come l’uguaglianza o l’accettazione del diverso“.
“A spingermi non sono state particolari carenze dell’università, anche perché non avendo frequentato l’università in Sicilia non so ben dire cosa manca“. La giovane ha aggiunto che “dato che sono partita per una questione sociale più che per l’università non so cosa mi avrebbe convinta a restare. Dovrebbe cambiare tutta l’Italia per convincermi davvero“.
Università italiana e università estera: il confronto
“Confrontandomi con i miei coetanei che sono rimasti in Italia, vedo che la struttura dell’università italiana è molto diversa, dato che propone agli studenti un solo tipo di attività (le lezioni frontali) e un sistema di valutazione che lascia molta autonomia agli studenti“.
“Per alcuni questo sistema è migliore, e a dir la verità – ha affermato la studentessa – vorrei che in Olanda lasciassero un po’ più di libertà e autonomia agli studenti, però è anche vero che in Italia molti si perdono e rimangono indietro coi programmi. Inoltre l’Olanda offre molte attività in più, gruppi di studio (obbligatori), che somigliano a classi di liceo dove si rivede il materiale spiegato alle lezioni frontali in maniera interattiva, e laboratori (molto più frequenti di quelli in Italia)“.
“Ho sempre saputo che sarei andata a studiare fuori”
“Ho sempre immaginato di andare fuori, almeno sin dalle medie, appunto perché mi sono resa conto delle differenze di valori tra me e le persone che mi circondavano. Mi trovo abbastanza bene all’università, certo ogni corso ha dei difetti e ci sono professori migliori di altri, però in generale è un bell’ambiente, dal punto di vista umano e dal punto di vista professionale. Se tornassi indietro – ha raccontato – probabilmente sceglierei un altro corso (infatti sto cambiando) ma più per ragioni personali che per l’università in sé, che mi è piaciuta talmente tanto da decidere di restare nella stessa università“.
Pro e contro della vita degli studenti fuorisede
Facendo riferimento alle opportunità – ma anche alle difficoltà – degli studenti fuorisede, Sofia ha spiegato: “I ‘pro‘ dell’essere fuorisede sono l’indipendenza e la possibilità di essere parte di un ambiente internazionale. I ‘contro‘ sono sicuramente essere lontani dalla famiglia, dagli amici, il clima (i soliti luoghi comuni che poi si rivelano veri). Poi in generale vivere da soli è molto difficile: tra le responsabilità della casa (bollette, tasse, affitto, manutenzione, pulizie), un sistema legislativo diverso da imparare da zero e l’università, è sicuramente un’impresa“.