Sicilia, pessima gestione del patrimonio naturale. Il Codacons: “Aree Protette verso il disastro”

Sicilia, pessima gestione del patrimonio naturale. Il Codacons: “Aree Protette verso il disastro”

SICILIA – È di questi giorni la notizia che la Regione Siciliana ha in programma la costituzione di una Agenzia unica a cui affidare la gestione del cospicuo patrimonio di Aree Protette regionali, ponendo così fine alla prassi di prorogare sistematicamente alla scadenza il rinnovo delle convenzioni con le quali le riserve naturali sono state sinora affidate alla gestione di privati.

Il Codacons spiega che il caso riguarda oltre 70 Riserve Naturali regionali, ed in modo particolare le 27 che, sin dalla loro istituzione, praticamente dalla metà degli anni ‘90, e senza alcuna procedura di evidenza pubblica, sono state affidate a una ristretta cerchia di appena 6 soggetti, tra università e associazioni ambientaliste.

A questi gestori, certamente privilegiati – continua il Codacons la Regione Siciliana eroga ogni annuo complessivamente oltre 3 milioni di euro, principalmente per lo stipendio del personale dei servizi di vigilanza, accoglienza e accompagnamento dei visitatori (direttore ed operatori)“.

Va anche ricordato – continua il Codacons – come, oltre a questa dotazione annuale, i sopraindicati soggetti gestori nel tempo hanno potuto anche beneficiare di ulteriori risorse economiche, quali quelle per interventi straordinari e quelle derivanti dalla partecipazione a bandi loro riservati“.

Purtroppo – dice il Codacons – nonostante questi importanti incentivi pubblici ai detti gestori, le Riserve Naturali non hanno tratto alcun giovamento“.

Tutt’altro, oggi molte Riserve Naturali agonizzano e sopravvivono con l’unico scopo di mantenere il privilegio di fare incassare il loro significativo foraggiamento pubblico al soggetto che gode dell’intoccabile privilegio del loro affidamento.

E tutto questo stato di cose dura ormai da circa un trentennio nella totale indifferenza, pubblica e privata.

Trent’anni in cui, all’errore iniziale di avere proceduto all’affidamento diretto, assegnando la gestione di tante Riserve Naturali in maniera perlomeno discutibile, la Regione Siciliana ha commesso anche un altro errore: quello non meno grave di consentire agli stessi soggetti gestori sopramenzionati, con 13 membri su 21, di avere il pieno controllo del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale (CRPPN).

Quest’ultimo organismo, paradossalmente, venne istituito dall’Assessorato al Territorio già dal 1981 (L.R. n. 98) proprio per vigilare sul raggiungimento delle finalità istitutive delle Aree Protette.

Stante così le cose, potrebbe legittimamente sorgere il dubbio che il CRPPN abbia garantito gli interessi dei soggetti gestori, che, come detto, rappresentano la maggioranza all’interno del medesimo CRPPN.

E purtroppo tanti fatti, anche gravi, come la tragedia dei due fratellini morti nella Riserva della Macalube di Aragone per acclarata responsabilità del Direttore e di un Operatore, avvalorano l’ipotesi di negligenza e di omessi controlli.

Infatti, a prescindere dai tanti casi in cui Direttori ed Operatori di Riserva indicati dai soggetti di gestione non posseggono i titoli richiesti dalla normativa (tabella A, L.R. n. 14/88), di esempi di cattiva gestione è costellata la storia delle riserve siciliane, spesso in palese contrasto con i fini istitutivi, nonché con il regolamento stesso delle Riserve e con il totale disinteresse del competente Assessorato al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, che solo di tanto in tanto batte un colpettino.

Infatti, il lungo trentennio di silenzi e di negligenze ogni tanto viene rotto da qualche notizia, come il comunicato che porta la data del lontano 2005 dell’allora Assessore al Territorio e Ambiente, di volere procedere all’affidamento, “adottando principi di trasparenza, legalità ed economicità sia delle riserve naturali di prossima istituzione che di quelle già istituite”,

La notizia fu successivamente rilanciata da un quotidiano nazionale ma tutto finì lì.

Oggi, a tanti anni di distanza, ripetiamo più di 30, si ipotizza la creazione di una presunta Agenzia Unica di gestione delle Riserve Naturali di Sicilia. Tuttavia, nell’attesa di istituire il nuovo organismo, tanto per cambiare, ai privilegiati gestori viene prorogato sine die il loro affidamento e di conseguenza le comode prebende.

Per concludere questa prima breve panoramica – dice il Codacons – occorre aggiungere che a distanza di tanti anni dalla loro istituzione, il Codacons rimane ancora in attesa che le promesse fatte alla collettività vengano mantenute“.

I Parchi, le Riserve Naturali e le Aree Marine Protette vanno proposti realmente come punti di riferimento territoriale e come centri di iniziative. Devono essere volano ed esempio di sviluppo sostenibile e duraturo per le comunità locali.

Tradire le aspettative riposte in esse dalle popolazioni interessate, che sono i primi custodi ed anche i fruitori dei loro valori, significa ritornare al passato e perdere irrimediabilmente il consenso conquistato con tanta fatica e tanti sacrifici.

Stavolta per le Aree Naturali Protette sarebbe proprio la fine, con buona pace dei sacrifici e delle aspettative delle Comunità locali che verrebbero ancora una volta buggerate.