SICILIA – L’Accordo integrativo regionale (Air) per la specialistica ambulatoriale interna, recentemente firmato tra la Regione Siciliana e le organizzazioni sindacali di categoria, ha l’obiettivo di rilanciare la medicina territoriale. Questo accordo mira a migliorare la presa in carico dei pazienti, in particolare di quelli con patologie croniche, e a contribuire alla riduzione delle liste d’attesa. Coinvolge circa 1.300 professionisti, tra cui medici, psicologi, biologi, chimici e veterinari, operanti nelle Asp e nei presidi territoriali.
Sanità, siglato accordo Regione-sindacati per rilancio medicina territoriale
In linea con l’Accordo collettivo nazionale del 4 aprile scorso e con le risorse del Fondo sanitario nazionale, che destinano circa 90 milioni di euro alla specialistica ambulatoriale, l’assessorato regionale della Salute, sotto la guida di Giovanna Volo e con il supporto del dipartimento di Pianificazione strategica diretto da Salvatore Iacolino, ha posto al centro della strategia la realizzazione del Piano regionale per la riduzione delle liste d’attesa, allocando risorse specifiche per l’erogazione di prestazioni aggiuntive.
Riduzione liste d’attesa
L’accordo non si limita a questo, ma include anche misure per la riqualificazione delle attività ambulatoriali, in particolare per la gestione dei pazienti cronici. Si promuove l’integrazione con gli altri operatori della sanità territoriale, come i medici di medicina generale e gli infermieri, e si incoraggia l’uso della telemedicina per supportare le strutture periferiche, la medicina generale, gli ospedali di comunità e le Unità di continuità assistenziale.
La veterinaria
Per quanto riguarda la veterinaria, l’accordo prevede un coinvolgimento attivo dei professionisti nella lotta al randagismo, nella sorveglianza e nel monitoraggio delle zoonosi (malattie trasmesse dagli animali all’uomo), e nelle attività di controllo relative alla filiera alimentare di origine animale. Si includono anche controlli sul benessere animale, sull’igiene degli allevamenti, e attività diagnostiche svolte dagli istituti zooprofilattici, in supporto alle aziende sanitarie provinciali per le indagini epidemiologiche.
“Si tratta di un cambiamento significativo – sottolineano Volo e Iacolino – che arriva dopo 12 anni dall’ultimo accordo regionale, rafforzando l’assistenza sanitaria di prossimità in linea con la programmazione regionale“.