Rinnovata una parte dei lavoratori Covid in Sicilia: “Disparità di trattamento è intollerabile”

Rinnovata una parte dei lavoratori Covid in Sicilia: “Disparità di trattamento è intollerabile”

SICILIA – Non convince, e non potrebbe essere altrimenti, il rinnovo al fotofinish di una minima parte del personale reclutato in Sicilia per far fronte all’emergenza Covid. Una situazione che lascia l’amaro in bocca ai numerosi lavoratori siciliani, soprattutto dopo la volontà espressa da altre Regioni, di voler estendere a tutte le figure professionali impegnate in emergenza la definizione di ‘personale amministrativo’, come indicato dal Decreto Milleproroghe.

La reazione dei diretti interessati non ha tardato ad arrivare ed è stata affidata alla voce del Coordinamento Regionale del Comitato Lavoratori Emergenza Covid-19 Sicilia.

Quella a cui stiamo assistendo è un’ingiustizia figlia del personale convincimento dell’assessore Volo riguardo un dubbio interpretativo maturato nella definitiva distinzione tra personale amministrativo e personale tecnico. Spiace che l’assessore abbia scambiato dei post presenti su Facebook e degli articoli di giornale come atti di interpretazione autentica; sembra infatti non aver mai pensato di chiedere un parere interpretativo alla Funzione Pubblica della norma contenuta nel Decreto Milleproroghe, come di fatto sta accadendo in altre regioni”.

La direttiva con cui la Volo – prosegue la nota – ha concesso alle aziende sanitarie e ospedaliere la possibilità di prorogare la durata dei contratti, sulla base del fabbisogno delle rispettive piante organiche, ha scatenato un effetto domino di contestazioni, a causa delle differenze di trattamento maturate da provincia a provincia e con la totale esclusione dei lavoratori del comparto tecnico (informatici e ingegneri). I casi limite riguardano Agrigento e Catania con rispettive proroghe di 10 e 15 giorni, mentre Palermo e Messina non registrano alcun rinnovo in questa triste classifica. Trapani è invece la provincia che vanta il rinnovo più lungo con 3 mesi, seguita da Ragusa (2 mesi) e infine Enna e Siracusa con un solo 1 mese.

Il Coordinamento Regionale Professionisti Emergenza Covid-19 Sicilia poi sottolinea che già “nei prossimi giorni si tornerà a manifestare in piazza. Siamo tutti stati reclutati per svolgere funzioni amministrative all’interno delle varie ASP e inquadrati all’interno della macro area del ‘personale amministrativo’ del comparto sanitario. Per questo motivo troviamo infondata e dannosa la discriminazione tra personale amministrativo e tecnico. Un duro colpo per le comunità interessate e per il servizio sanitario regionale, già in crisi nei suoi servizi essenziali, che dal 1 marzo sta vedendo compromessi servizi essenziali a causa delle fuoriuscita di questo personale, come raccontato da diverse testate giornalistiche”.

In conclusione “il Coordinamento chiede al presidente Schifani e all’assessore Volo di rivedere le loro posizioni su una questione grave, che nel breve periodo rischia di mettere in ginocchio il sistema sanitario regionale. Uno scempio politico e giuridico anche a livello sociale che sta lasciando senza occupazione circa 1.400 lavoratori su tutto il territorio regionale”.

Foto di repertorio