Rendere un “inferno” la vita di chi salva quella altrui, l’escalation di violenza negli ospedali siciliani

Rendere un “inferno” la vita di chi salva quella altrui, l’escalation di violenza negli ospedali siciliani

SICILIA – Se la sala d’attesa di ospedali e di Pronto Soccorso è sempre stata luogo di tensione e inquietudine, di preghiere e suppliche, caffè a tutte le ore e spuntini nervosi, ultimamente la situazione sembra degenerata.

Non solo ansia e apprensione, ma veri e propri episodi di violenza ai danni del personale sanitario si registrano sempre più spesso tra le mura delle strutture ospedaliere. Lì dove bisognerebbe mettersi nelle mani degli esperti piuttosto che alzare le proprie per manifestare rabbia e frustrazione.

Un copione pronto a ripetersi

Un copione che di volta in volta si ripete, inesorabile, come se nulla potesse arginare quel fiume in piena pronto a travolgere ogni cosa, compreso chi ogni giorno trascorre ore e ore tra i reparti, diventando spesso il bersaglio preferito di pazienti stanchi di attendere o di accompagnatori preoccupati per un parente.

La coda interminabile, le ore che sembrano non passare mai, la necessità di avere notizie. Sono questi i motivi più comuni per cui alcuni pazienti o loro familiari si trasformano in aggressori, verbali o fisici, incapaci di porre un freno alla loro indignazione, aggravata dalla mancanza di lucidità che in contesti di forte stress tende a venir meno.

L’impatto in ambito giuridico

Il crescente numero di aggressioni ha avuto un forte impatto anche in ambito giuridico.

È stato introdotto recentemente infatti il decreto-legge 1 ottobre 2024, n. 137 che, entrato in vigore lo scorso 2 ottobre, apporta modifiche al codice penale e al codice di procedura penale.

L’obiettivo è dare istruzioni più precise sulle pene destinate a chi si rende protagonista di atteggiamenti di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell’esercizio delle loro funzioni, o di danneggiamento dei beni utili all’assistenza sanitaria.

Cosa cambia con il nuovo decreto

  • Danneggiamento nelle strutture sanitarie: le nuove conseguenze

Il primo cambiamento riguarda l’articolo 635 del codice penale, a cui è stato aggiunto il seguente comma: “Chiunque, all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, con violenza alla persona o con minaccia ovvero in occasione del delitto previsto dall’articolo 583-quater, distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa fino a 10.000 euro. Se il fatto è commesso da più persone riunite, la pena è aumentata“.

  • Arresto in flagranza differita

Un’altra importante modifica riguarda la possibilità di arrestare l’aggressore non necessariamente quando colto sul fatto, bensì entro 48 ore dall’accaduto: si parla dunque di arresto in flagranza differita. Dopo il primo comma dell’art. 382-bis del codice di procedura penale è stato aggiunto il seguente: “Nei casi di delitti non colposi per i quali è previsto l’arresto in flagranza, commessi all’interno o nelle pertinenze delle strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, in danno di persone esercenti una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio nonché di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività, ovvero commessi su cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario, quando non è possibile procedere immediatamente all’arresto per ragioni di sicurezza o incolumità pubblica o individuale ovvero per ragioni inerenti alla regolare erogazione del servizio, si considera comunque in stato di flagranza ai sensi dell’articolo 382 colui il quale, sulla base di documentazione video-fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto“.

Il disappunto del presidente del Seus 118, Riccardo Castro

riccardo castro seus 118

Sulla preoccupante escalation di violenza negli ospedali siciliani si è espresso Riccardo Castro, presidente della Seus 118: “Le aggressioni agli operatori sanitari sono un fenomeno vergognoso che purtroppo più volte ha colpito anche i soccorritori del 118 siciliano“.

Fin dal momento del mio insediamento – ha spiegato – ho considerato tra le priorità proprio quella di ricorrere a misure di contrasto e prevenzione. Doteremo al più presto i nostri equipaggi del 118 di apposite bodycam come deterrente“.

Inoltre – ha aggiunto – in sinergia con l’assessorato regionale della Salute abbiamo chiesto ad Asp, ospedali e Policlinici – limitatamente alle proprie competenze – di inserire i nostri soccorritori negli interventi previsti dalle linee guida emanate dal Dasoe per la prevenzione degli atti di violenza e delle aggressioni verbali e/o fisiche agli operatori“.

La Seus si costituirà parte civile nei processi contro gli autori delle aggressioni, ha avviato campagne di sensibilizzazione e – ha precisato – sta predisponendo un sostegno psicologico per i propri operatori aggrediti“.

Siamo orgogliosi e concretamente al fianco dei nostri ‘angeli del soccorso‘, i quali – ha concluso Castro – con grande professionalità e notevole spirito di sacrificio salvano centinaia di vite“.