Processo Open Arms, Salvini e Conte a Palermo: l’ex premier sentito come testimone dalla Procura

Processo Open Arms, Salvini e Conte a Palermo: l’ex premier sentito come testimone dalla Procura

SICILIA – Oggi sono per l’ennesima volta a Palermo, nell’Aula Bunker dell’Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo Open Arms. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso lItalia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge, lo scrive il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini su Facebook.

Sono attesi come testimoni dell’accusa Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, non ci annoieremo, aggiunge il leader della Lega.

Salvini, secondo l’accusa, avrebbe illegittimamente negato alla Ong Open Arms con 147 profughi salvati in mare, ad agosto 2019, di approdare a Lampedusa e altrettanto illegittimamente avrebbe tenuto a bordo i migranti privandoli della libertà personale.

Sollecitai il ministro Salvini a far sbarcare i minori a bordo della Open Arms perché secondo me era un tema da risolvere al di là di tutto. Cercai di esercitare una moral suasion sulla questione perché mi pareva che la decisione di trattenerli a bordo non avesse alcun fondamento giuridico“, ha detto l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha risposto alle domande del procuratore aggiunto Marzia Sabella sulla lettera da lui inviata il 14 agosto all’ex ministro Salvini, in cui si chiedeva proprio di far sbarcare i minori.

Successivamente il premier scrisse una missiva aperta al leader della Lega lamentando la diffusione non fedele del contenuto della lettera del 14.

Siamo al 15 agosto – ha ricordato Conte – ci avviavamo verso la crisi di governo e una probabile competizione elettorale, il tema immigrazione è sempre stato caldo per la propaganda politica ed era chiaro che in quella fase, Salvini, che ha sempre avuto posizioni chiare sulla gestione del problema, volesse rappresentare me come un debole e lui invece come rigoroso. Scrissi la lettera aperta perché mi infastidiva intanto che uno scritto da me inviato al ministro fosse stato diffuso dal destinatario senza la mia autorizzazione. Inoltre avrei gradito che fosse rappresentato per quel che era” conclude l’ex premier.

Foto di repertorio