SICILIA – Morte e speranza si incrociano lungo la tratta di mare che separa le terre di partenza dei migranti dalla Sicilia. Sono oltre 100mila i migranti che, nel 2023, hanno raggiunto le coste siciliane. Bambini, donne e uomini si affidano all’imprevedibile destino che li attende nel viaggio per trovare rifugio.
La Sicilia è da sempre un porto che “accoglie“, ma molte altre volte “respinge” i migranti che cercano fortuna in Italia e nel resto d’Europa.
Il caso Open Arms
Come nel caso Open Arms, che coinvolge il leader della Lega, Matteo Salvini, che è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Agrigento. L’accusa riguarda il sequestro di persona e l‘omissione di atti d‘ufficio in relazione a 164 migranti salvati dalla nave Open Arms nel 2019.
Salvini, all’epoca ministro dell’Interno, avrebbe vietato l’ingresso della nave nelle acque italiane, in conformità con il decreto sicurezza bis. La nave rimase ancorata davanti a Lampedusa per 20 giorni prima che i pubblici ministeri ordinassero uno sbarco d’urgenza dei migranti a bordo. Il caso apre un dibattito sulla gestione delle emergenze migratorie, la difesa delle frontiere e la tutela dei diritti umani in Italia.
Il numero dei migranti, se viene analizzato con una vicinanza di pensiero, è sconcertante. Ma sconvolgente è il numero dei soggetti che nelle acque annegano e perdono la vita.
I bambini giacciono sui fondali del mare insieme ai loro sogni e pensieri
Oltre 28mila i migranti che risultano deceduti o dispersi dal 2014 a oggi nel Mediterraneo, secondo i dati di Save the Children. Di queste, ben 1,143 erano minori. Solo nel 2023 i minori morti o dispersi nel Mediterraneo sono più di cento, il 4% del totale, una percentuale cresciuta drasticamente rispetto al 2014, quando erano meno dell’1%.
In Sicilia, la situazione dei migranti è etichettata come “emergenziale” sia dal punto di vista mediatico che istituzionale. Tuttavia, questa condizione è consolidata nel tempo e non trova ancora una risposta risolutiva. Solo attraverso l’impegno collettivo e la cooperazione sarebbe possibile sviluppare una soluzione al problema che lede i diritti dell‘uomo e che interessa tutti, indistintamente.
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