SICILIA – Richiesta di aiuto della Ocean Viking dopo avere salvato 422 vite al largo della Libia: “Ora serve un porto sicuro“.
“Questa settimana, un numero altissimo di persone hanno cercato di fuggire dalla Libia attraverso il Mediterraneo centrale, anche a causa delle condizioni meteorologiche favorevoli alle partenze. Il team della Ocean Viking ha salvato la vita a 42e persone, non solo perché è un nostro obbligo di marittimi, ma anche perché come esseri umani continuiamo a credere nel diritto alla vita per tutti”, dichiara la responsabile Luisa Albera, coordinatrice di ricerca e soccorso a bordo di Ocean Viking
“La responsabilità passa adesso agli Stati che possono prestare assistenza: occorre assegnare senza indugio un porto sicuro per far sbarcare i sopravvissuti. Attualmente ci stiamo prendendo cura dei 422 naufraghi che rimangono sulla nostra nave, alcuni dei quali si trovano in precarie condizioni di salute e sotto costante osservazione nella nostra clinica di bordo. Otto sopravvissuti sono risultati positivi al test rapido per il Covid-19, somministrato dal nostro team medico di bordo”, prosegue la responsabile.
“È una situazione cui eravamo preparati: abbiamo fatto scattare tutti i protocolli previsti per questo scenario, siamo in grado di isolare i casi positivi e contenere la diffusione del Covid-19 a bordo. Ma, sebbene a bordo della Ocean Viking si applichino rigorosi protocolli di contenimento del contagio, parliamo comunque di una nave lunga 69 metri. Questo fa sì che i sopravvissuti siano comunque in condizioni di vicinanza reciproca sul ponte di poppa. Questa situazione è un motivo in più, per i 422 naufraghi che restano a bordo, per essere prontamente fatti sbarcare in un in un porto sicuro”, continua Albera.
“Il peggioramento delle condizioni meteorologiche e la prospettiva di pioggia e vento forte aggravano ulteriormente la nostra situazione. Non possiamo fornire a tutti i naufraghi uno spazio al coperto nei container che si trovano sul ponte della nave. I 422 sopravvissuti attualmente sulla nostra nave – inclusi neonati, bambini piccoli, donne incinte, minori che viaggiano da soli – hanno gli stessi diritti di chiunque venga salvato in mare. Hanno urgente bisogno di sbarcare in un porto sicuro”, si conclude così l’appello di Albera.
Fonte foto Ansa