SICILIA – Gaspare Spatuzza, un ex membro della mafia di 59 anni, che ha trascorso 26 anni in carcere e ai domiciliari, è stato rilasciato con la condizione di libertà vigilata. Il Corriere della Sera ha riportato che da due settimane non è più stato sottoposto al vincolo della detenzione domiciliare, cui era stato sottoposto dal 2014. Per cinque anni dovrà osservare alcune prescrizioni, come non frequentare abitualmente pregiudicati o lasciare la provincia in cui vive senza autorizzazione. Spatuzza è stato arrestato nel 1997 ed è stato condannato all’ergastolo per le stragi. Dopo undici anni di carcere, ha deciso di parlare con i magistrati.
Le sue dichiarazioni hanno portato alla messa sotto processo di Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio, un procedimento ancora in corso presso la corte d’assise d’appello di Caltanissetta.
Durante la sua detenzione, Spatuzza ha iniziato un percorso di conversione religiosa e ha chiesto perdono alle vittime. La decisione di concedergli la liberazione condizionale è arrivata dopo che la Cassazione, nell’aprile scorso, aveva annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma che in precedenza aveva negato la sua libertà condizionale. La nuova pronuncia della Sorveglianza è stata emessa sulla base del parere favorevole delle procure antimafia interpellate.
Nato nel 1964 a Cinisi, in provincia di Palermo, Spatuzza ha vissuto gran parte della sua vita tra la criminalità organizzata e la detenzione. Nel 1997 è stato arrestato per le stragi di Capaci e via D’Amelio, che avevano provocato la morte di due importanti magistrati antimafia, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e di numerose altre persone.
Condannato all’ergastolo, Spatuzza ha trascorso undici anni in carcere, durante i quali ha deciso di collaborare con la giustizia, iniziando un percorso di pentimento che lo ha portato a denunciare i suoi ex compagni di mafia e a chiedere perdono alle vittime.
Le sue dichiarazioni hanno permesso di aprire numerosi processi contro la criminalità organizzata e hanno contribuito a far emergere nuove verità sulle stragi di Capaci e via D’Amelio. In particolare, le sue rivelazioni hanno portato all’identificazione di Matteo Messina Denaro, uno dei latitanti più ricercati d’Italia, come mandante delle stragi.
Oltre alla collaborazione con la giustizia, Spatuzza ha intrapreso anche un percorso di conversione religiosa, che gli ha permesso di trovare una nuova dimensione nella sua vita.
La sua storia è emblematica della complessità della criminalità organizzata e della difficoltà di uscirne, ma dimostra anche che il pentimento e la collaborazione con la giustizia possono essere la via per porre fine a un passato di violenza e illegalità. La figura di Spatuzza rappresenta quindi un esempio di come il coraggio di denunciare e la volontà di cambiare possano essere strumenti efficaci per contrastare la mafia e per costruire un futuro migliore per la società.
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