SICILIA – Si sono svolte in tutta Italia le celebrazioni per il 172° anniversario della fondazione della Polizia di Stato, un evento che ha raccolto le più alte cariche istituzionali dello Stato nella suggestiva cornice di Piazza del Popolo a Roma, e in altre tante location di pregio su tutto il territorio nazionale.
Le celebrazioni, iniziate alle ore 9 presso la Scuola Superiore di Polizia, hanno avuto un momento di profonda commemorazione con la deposizione di una corona al Sacrario dei Caduti da parte del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del Capo della Polizia – Prefetto Vittorio Pisani.
A partire dalle ore 11, alla presenza del Presidente del Senato Ignazio La Russa, si è svolta la solenne cerimonia, durante la quale la Bandiera della Polizia di Stato ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valor civile per le eccellenti attività svolte dal Gruppo Sportivo Fiamme Oro. La celebrazione è stata trasmessa in diretta da Rai1 e disponibile in streaming sui canali ufficiali della Polizia di Stato.
Anche a Catania, nel maestoso Teatro Massimo Bellini, si sono svolte celebrazioni parallele, sottolineando l’impegno e il sacrificio dei poliziotti nella lotta alla criminalità e nella prevenzione dei reati. Il Questore Giuseppe Bellassai ha presieduto la cerimonia, evidenziando l’importanza della presenza e della vicinanza della Polizia di Stato ai cittadini, in linea con il claim #essercisempre.
Sul palcoscenico del Bellini, infatti, la speaker istituzionale, affiancata da Ruggero Sardo, ha dato il via alla parte più importante della giornata: dal discorso del Questore successivamente seguito da un video memorial, realizzato dal regista Davide Catalano, dedicato ai caduti della Questura di Catania, coloro che hanno dato la vita per onorare la Divisa, immolandosi per la sicurezza dei cittadini e iscrivendo il loro nome nel cuore di tutti i poliziotti, di oggi e di domani.
In un alternarsi di momenti istituzionali e di vero e proprio spettacolo, si sono esibiti due artisti catanesi, proprio allo scopo di esaltare le energie culturali di questa città, quali Luca Madonia, esponente dello storico gruppo dei Denovo, che ha incantato il pubblico in sala con un pezzo dell’indimenticabile Franco Battiato e Donatella Finocchiaro che è stata, invece, protagonista della lettura di un testo tratto da “Penelope l’ Odissea è fimmina” di Luana Rondinelli.
Come ogni anno, il tenore della Polizia di Stato Antonio Costa ha dato voce e melodia a quelle arie liriche già note alle tavole del Bellini e, come ogni anno, i cortometraggi di Davide Catalano hanno colto lo spirito dei poliziotti, immortalandolo nelle immagini della splendida cornice del barocco catanese, mostrando anche la bellezza del territorio etneo.
L’evento ha offerto anche l’occasione di premiare alcuni poliziotti distintisi in attività di polizia giudiziaria e operazioni di soccorso pubblico, conferendo loro onorificenze al valor civile.
“All’insegna del nostro motto, “esserci sempre”, una giornata che vogliamo dedicare alla citta di Catania, alla collettività catanese per risaldare il nostro rapporto tra la Polizia di Stato e i catanesi. Abbiamo svolto attività in più settori e con una produttività assolutamente riguardevole sia nel contrasto alla criminalità organizzata sia a quella comune e sia nell’attività di prevenzione al crimine”.
“Non sono innamorato dei quesiti legati a “cosa manca” e di “cosa c’è bisogno”. Siamo la polizia di stato di Catania e dobbiamo dare il massimo per Catania. È una citta che hai problemi di tutte le grandi citta. Problemi come la criminalità organizzata e la diffusione di reati di micro-criminalità che incidono sulla percezione della sicurezza. A noi tocca il compito di dare maggior sicurezza ai catanesi e fargli percepire al meglio la sicurezza che hanno a disposizione”.
“L’anno è cominciato abbastanza bene perché il mio rapporto con le donne e gli uomini della Questura è diventato maggiormente forte e perché stiamo rendendo strutturate alcune iniziative che abbiamo avviato a fine 2023. Inoltre il 2024 è iniziato positivamente perché il 19 marzo la squadra maggiore ha operato due attività importantissime riuscendo a sottoporre a provvedimenti 70 persone. Chiaramente siamo ancora ad aprile e quello fatto in questi mesi va migliorato ancora. Il nostro faro sarà sempre il cittadino”.
La giornata dedicata alle celebrazioni della Polizia di Stato a Palermo si è aperta con un momento di profondo ricordo e omaggio: il Prefetto e il Questore della provincia hanno deposto una Corona di alloro presso la lapide che commemora tutti i Caduti della Polizia, situata nell’atrio della Questura. Questo gesto simbolico, eseguito a nome del Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, ha segnato l’inizio di una serie di eventi pensati per ricordare il sacrificio dei caduti e celebrare l’impegno quotidiano dei poliziotti.
A seguire, a partire dalle ore 11:00, le celebrazioni si sono spostate all’interno del prestigioso Teatro Politeama – Garibaldi. Qui, di fronte a una platea composta da Autorità civili e militari, nonché da rappresentanti significativi della Società civile, si è svolta una cerimonia dedicata alla premiazione dei poliziotti che si sono distinti per il loro servizio. L’evento, magistralmente condotto da Salvo La Rosa, ha alternato momenti istituzionali a contenuti più emotivi, con la proiezione di video che hanno ricordato il sacrificio dei caduti e illustrato l’ampio spettro di attività svolte dalla Polizia di Stato nel capoluogo siciliano nell’ultimo anno.
Le celebrazioni sono state impreziosite dalle esibizioni di artisti di caratura nazionale, tra cui Fabio Lannino del Brass Group, Laura Sfilio e Sergio Vespertino, che hanno contribuito a creare un’atmosfera di commozione e riflessione.
L’evento non si è limitato agli spazi interni del Teatro Politeama. All’esterno, nella Piazza Ruggero Settimo, è stata creata una “piazza della legalità“, un vero e proprio spazio aperto alla cittadinanza e, in particolare, ai numerosi studenti palermitani invitati per l’occasione. Questa area ha ospitato stand espositivi dove è stato possibile ricevere materiale informativo sulle diverse specialità della Polizia di Stato, offrendo ai visitatori l’opportunità di conoscere da vicino le molteplici sfaccettature del lavoro svolto quotidianamente dagli uomini e dalle donne in divisa per garantire la sicurezza e la legalità.
“È emblematico e davvero non comprensibile, tra gli altri, il recente “fenomeno” delle cosiddette vampe di San Giuseppe. Festività religiosa che si è connotata, anche quest’anno, di azioni e condotte aggressive nei confronti delle forze dell’ordine impiegate sul campo per “limitare” i danni causati dagli incendi di queste grandi cataste di legno. La quasi totalità degli aggressori identificati e segnalati alle autorità competenti sono minorenni.
Del tutto deprecabili ed allarmanti anche le azioni di “branco” che si sono registrate in determinati casi come la grave aggressione con sfondo omofobo perpetrata da un gruppo di giovani nei pressi del Teatro Massimo, lo scorso 20 gennaio. Anche in questo caso la risposta investigativa non si è fatta attendere tuttavia, il dato che registriamo, ci deve spingere ad una riflessione anche sul ruolo della famiglia e sull’efficacia degli sforzi che stiamo facendo. Una valutazione positiva sembra, purtroppo, ben lontana, se diversi giovani continuano a rendersi protagonisti di azioni violente, soprattutto in momenti che dovrebbero essere di divertimento e aggregazione, come quelli connessi alla cosiddetta Movida”.
“Proprio in un contesto di quella che è poi diventata, di fatto, mala-movida – ha ricordato Calvino -, lo scorso anno due giovani hanno perso la vita. Al di là delle, immediate, positive risultanze investigative, dello sforzo ingentissimo profuso da tutte le forze di polizia nel doppio versante dei controlli preventivi e delle azioni repressive, la perdita di due vite umane è qualcosa di abnorme, inaccettabile. Gli interventi successivi rischiano di essere solamente un anestetico per un male la cui soluzione deve essere ricercata in ben altre azioni. Non è possibile delegare alle sole forze di polizia il compito di “risolvere” la degenerazione di questo fenomeno. Anche in questo caso è necessario pretendere un coinvolgimento collettivo di tutte le componenti della società civile: Istituzioni pubbliche e privati cittadini, esercenti e associazioni di categoria“.
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