SICILIA – Giornata chiave per il comparto dell’informazione in Sicilia. In commissione Bilancio dell’Assemblea regionale, durante l’audizione di questa mattina, maggioranza e opposizione hanno assicurato il sostegno alla nuova norma sul Fondo all’editoria inserita nella manovra di stabilità 2026-2028 che tra stasera e domattina sarà trasmessa all’Aula.
La misura – dotazione triennale “3 milioni + 1” – nasce per dare una risposta strutturale a un settore che, dopo due bocciature in Aula frutto soprattutto di scaramucce politiche, oggi ritrova una convergenza ampia sul valore di un’informazione sana, corretta, verificata e professionale.
La giornata in commissione
Erano presenti tutti i convocati, con l’aggiunta dell’associazione degli editori librari. Al tavolo i rappresentanti del mondo dell’informazione: Ordine dei giornalisti di Sicilia, Stampa parlamentare siciliana, Assostampa regionale, Fieg, Federazione editori digitali, comparto editoria di Sicindustria, associazione librai.
Il presidente della commissione Dario Daidone ha ascoltato anche sindaci e associazioni, convocati su richiesta del vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola. Hanno preso parte i parlamentari Marianna Caronia, Marco Intravaia, Fabio Venezia, Luigi Sunseri, Antonello Cracolici, Mario Giambona.
Nei loro interventi, deputati di maggioranza e opposizione hanno garantito il via libera alla norma – due volte affossata in passato nonostante l’unanimità in commissione Bilancio – e hanno accolto diversi suggerimenti per migliorare il testo del governo: ancorare il contributo alla presenza di giornalisti contrattualizzati nelle aziende che ne faranno ricorso; superare il vincolo de minimis attraverso la presentazione di progetti; estendere i canali di vendita dei quotidiani a supermercati e centri commerciali.
L’impegno del governo Schifani e la linea di Dagnino
Alessandro Dagnino, assessore all’Economia, ha confermato che il contributo sarà valido per l’intero triennio e ha assunto un impegno politico-amministrativo preciso: in caso di approvazione in Aula, prima della firma del decreto attuativo convocherà gli operatori dell’informazione e dell’editoria per un confronto.
Il decreto, ha ricordato, dovrà poi ottenere il parere della commissione Bilancio. Una scelta che punta a evitare distorsioni, a rendere effettivi i criteri di qualificazione del settore e a mettere a terra, con tempi certi, una misura attesa e condivisa.
È un segnale di continuità con la linea del governo Schifani: sostenere l’editoria non come semplice “aiuto alle imprese”, ma come investimento pubblico sulla qualità della democrazia regionale, sulla formazione civica e sulla cultura dell’informazione.
La spinta della FED: “Dalla logica del sostegno all’infrastruttura culturale”
Nel corso dell’audizione la Federazione degli Editori Digitali (FED) ha presentato una memoria che inquadra l’informazione come bene pubblico essenziale, chiede di consolidare i criteri moderni già introdotti con i bandi IRFIS e propone di affiancare alla sezione “Editoria” del Fondo Sicilia una vera linea di politica culturale.
Di seguito pubblichiamo integralmente le proposte operative della FED presentate alla II Commissione Bilancio dell’Ars.
Le proposte della FED
- Integrare la sezione “Editoria” del Fondo Sicilia con una linea di azione specifica per la cultura dell’informazione.
- Prevedere un canale sperimentale dedicato alle start-up e ai media emergenti.
- Sostenere la nascita e il consolidamento di aggregazioni editoriali multi-canale e multi-piattaforma, favorendo sinergie tra testate digitali, radio, televisioni locali e progetti crossmediali, con premialità per reti, consorzi o partnership.
- Valutare l’opportunità di affiancare o superare, per determinate azioni, il limite del regime “de minimis”, individuando strumenti compatibili con la normativa europea sugli aiuti di Stato, in particolare per formazione, alfabetizzazione mediale e cooperazione editoriale.
- Promuovere una collaborazione strutturata tra il sistema dell’informazione e le istituzioni regionali (Assessorati a Economia, Attività produttive, Turismo, Cultura) per valorizzare, anche attraverso la comunicazione, le risorse della Sicilia, le imprese locali e i progetti di sviluppo territoriale.
Perché oggi il clima è cambiato
Dopo due stop in Aula – figli più di schermaglie politiche che di merito – la novità di oggi è la condivisione trasversale: la minoranza si presta a sostenere idee e strumenti che puntano a divulgare e rafforzare l’informazione come formazione e cultura della società, non come un semplice ristoro economico.
È questo il terreno su cui la misura potrà crescere: criteri chiari (giornalisti in organico, qualità, audience reale), progetti, alfabetizzazione, e una governance che coinvolga operatori e istituzioni prima dell’attuazione.
La posta in gioco
Stamattina la commissione Bilancio ha convocato le parti per trovare una risposta concreta al mondo editoriale siciliano.
Se l’Aula confermerà l’orientamento emerso, la Regione potrà dotarsi – finalmente – di uno strumento triennale che non si limita a “sostenere” ma ricostruisce capitale civico, promuove pluralismo, innovazione e professionalità, e riconosce all’informazione il ruolo di infrastruttura culturale della Sicilia.
In altre parole: non un bonus, ma una politica pubblica che guarda lontano.



