Cronaca

Crisi idrica in Sicilia, un decalogo per salvare l’isola dalla siccità

SICILIA – La Sicilia, un’isola storicamente caratterizzata da climi aridi e da un’agricoltura strettamente legata alla disponibilità d’acqua, sta affrontando una crisi idrica senza precedenti.

Negli ultimi anni, il problema della siccità si è aggravato, portando con sé conseguenze devastanti per l’agricoltura, l’economia locale e la vita quotidiana dei cittadini siciliani.

Gli esperti parlano di una situazione sempre più critica, aggravata non solo dai cambiamenti climatici ma anche dalla cattiva gestione delle risorse idriche e dalla mancanza di investimenti infrastrutturali.

Un decalogo per affrontare la crisi

In risposta a questa emergenza, oltre quindici organizzazioni della società civile siciliana hanno unito le forze per lanciare un decalogo dal titolo “Affrontiamo la siccità insieme”.

L’obiettivo di questo documento è duplice: da un lato sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sull’importanza di tutelare il patrimonio idrico dell’isola, dall’altro promuovere una serie di iniziative concrete per contrastare la siccità.

Il decalogo propone misure come il risparmio e il riciclo dell’acqua, la riparazione delle perdite nelle infrastrutture idriche e la gestione efficiente delle acque piovane.

Queste soluzioni, ispirate da pratiche internazionali di successo, come le Linee Guida dello Stato della California, sono considerate fondamentali per avviare un percorso partecipato verso una nuova concezione dell’acqua come risorsa comune e preziosa.

Il grido di allarme dei Siciliani

Tra i firmatari del decalogo, Stephanie Brancaforte, Direttrice di Rinascimento Green, sottolinea l’urgenza di agire: “Difendere l’acqua significa difendere la nostra terra. Da siciliana vivo ogni giorno il dramma della siccità, i gravi problemi per le nostre vite, e come me tante altre siciliane e siciliani vorrebbero agire concretamente per cambiare la situazione”.

Le sue parole riflettono il sentimento di frustrazione diffuso tra i cittadini siciliani, che vedono la loro isola in pericolo.

La crisi idrica ha avuto un impatto devastante sull’agricoltura, settore chiave dell’economia siciliana, compromettendo raccolti e mettendo a rischio la sostenibilità delle attività agricole.

Questo, a sua volta, ha ripercussioni sull’intera economia locale, già provata da sfide economiche e sociali.

La politica sotto accusa: mancanza di programmazione e investimenti

Il decalogo lancia anche una critica diretta alla classe politica, accusata di non aver programmato e investito adeguatamente nella gestione delle risorse idriche.

Manuela Leone, Coordinatrice Transistor per il Sud Italia e referente siciliana della rete nazionale Zero Waste Italy, evidenzia come “Negli ultimi 17 anni, la Sicilia ha perso oltre 3 miliardi di euro destinati alle infrastrutture idriche. Questa mancanza di programmazione e progettazione ha avuto conseguenze devastanti per la regione”.

Di recente, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato lo stanziamento di 92 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie, ma il decalogo invita alla vigilanza e alla trasparenza nella gestione di questi fondi.

Solo un impegno congiunto di tutte le parti sociali potrà garantire che queste risorse siano utilizzate in modo efficace e tempestivo.

Verso una transizione ecologica: un imperativo per la Sicilia

Selena Meli, Community Manager di Sicilia Che Cambia, ribadisce la necessità di una transizione ecologica che coinvolga non solo l’abbandono dei combustibili fossili ma anche politiche mirate alla protezione della biodiversità e degli habitat naturali siciliani.

Va urgentemente avviata una vera transizione ecologica, con l’abbandono dei combustibili fossili e politiche che abbiano a cura la nostra biodiversità e i nostri habitat“, afferma Meli, sottolineando l’impotanza di politiche lungimiranti e di una cooperazione tra cittadini e istituzioni.

Un futuro a rischio senza azioni immediati

Il decalogo si chiude con un monito chiaro: difendere l’acqua significa difendere la Sicilia.

È necessaria una pianificazione sistemica e lungimirante, che non si limiti a soluzioni temporanee ma che affronti in modo rigenerativo le sfide legate al consumo di suolo, agli incendi e alla desertificazione.

Solo così sarà possibile preservare il patrimonio idrico siciliano e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

Agata Gamuzza

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Agata Gamuzza
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