Crisi idrica, 6 dighe su 29 non hanno più acqua utilizzabile in Sicilia

Crisi idrica, 6 dighe su 29 non hanno più acqua utilizzabile in Sicilia

SICILIA – Tra tre settimane non ci sarà piu acqua per l’agricoltura nel Centro-sud Italia. Lo ha annunciato Anbi certificando ulteriormente un quadro emergenziale che stenta a trovare soluzioni.

La Sicilia sta vivendo una delle crisi idriche peggiori della sua storia. Alla fine di giugno, le precipitazioni cumulate in totale sono state mediamente di 414 millimetri. Appena un millimetro in più rispetto alla grande siccità del 2002.

La situazione è particolarmente grave nella Sicilia Orientale, dove il deficit pluviometrico supera il 60% su base annua, con un calo di circa 300 millimetri.

Nella Piana di Catania è accaduto poi del paradossale: entrata in funzione la centrale di sollevamento provvisoria della Diga di Lentini, realizzata dalla Regione siciliana con un finanziamento da 600mila euro, le vecchie tubazioni, le valvole di sfiato e le saracinesche hanno ceduto al nuovo “impatto con l’acqua“, perchè arrugginite e obsolete.

Sei dighe su 29 non hanno più acqua utilizzabile

Le dighe siciliane trattengono circa 267 milioni di metri cubi d’acqua, corrispondenti al 38,21% del volume di riempimento autorizzato, con una diminuzione del 42% rispetto alla media del quindicennio scorso.

Di questi, solo 122 milioni di metri cubi sono realmente utilizzabili, tenendo conto dei volumi necessari per la fauna ittica e del cosiddetto “volume morto”.

Sei bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile, altri sei hanno meno di un milione di metri cubi disponibili e quattro meno di due milioni.

Invasi Cimia, Disueri e Comunelli fuori gioco

La carenza idrica sta avendo gravi ripercussioni sull’agricoltura, ma anche sulla vita quotidiana dei siciliani. Nella piana di Gela, non ci sarà alcuna irrigazione a causa della totale indisponibilità di volumi negli invasi Cimia, Disueri e Comunelli, compromettendo la campagna di semina e di produzione.

Nella provincia di Caltanissetta, la distribuzione idrica è ridotta, mentre ad Enna l’acqua potabile viene erogata un giorno sì e due no.

Nel Calatino falda piu bassa di 15 metri

Nel ragusano, il livello delle sorgenti è in calo drastico, costringendo il gestore a implementare turnazioni per l’erogazione idrica. Il comprensorio del Calatino sta vivendo i disagi maggiori, con un abbassamento della falda di circa 15 metri rispetto al 2023 e una riduzione della portata emunta da 1.200 litri al secondo a soli 180 litri al secondo.

Per far fronte a questa situazione, è stato necessario abbassare il livello di prelievo e i Comuni hanno emesso ordinanze per vietare l’utilizzo di acqua potabile per irrigazione e piscine, riducendo inoltre le portate durante le ore notturne.

Messina a rischio razionamento, a Palermo è già realtà

La sorgente Fiumefreddo, con una concessione di 900 litri al secondo, fornisce acqua al 70% del territorio comunale di Messina, ma il livello si è talmente abbassato che si prevede presto l’interruzione dell’erogazione.

Anche a Palermo, l’acqua è razionata, mentre le piogge recenti hanno interessato solo l’estremo lembo nord-orientale dell’isola, con accumuli di 28 millimetri nel Messinese, lasciando a secco il resto della Sicilia.

Giosuè Catania (Cia Sicilia Orientale): “Visione di Anbi è ottimistica”

Cia Sicilia Orientale e Confragricoltura Catania avevano già parlato di “agricoltura al capolinea” durante l’incontro organizzato alla Camera di Commercio del Sud-Est giorno 17 luglio.

Per questo oggi Giosuè Catania, commissario facente funzioni di presidente di Cia Sicilia Orientale, parla di “visioni ottimistiche” analizzando i numeri di Anbi.

In Sicilia Orientale il tempo è già scaduto, siamo senza acqua. La Diga Ogliastro non ha piu acqua, in quella di Pozzillo l’acqua è zero. La stagione conclusa si è già conclusa per tante aziende agricole con l’abbandono degli agrumeti“.

Diga di Lentini, parte il sollevatore e si spaccano i tubi

Sulla Diga di Lentini la Regione Siciliana ha investito 600 mila euro per la realizzazione di un centrale provvisoria di pompaggio che sarebbe dovuta entrare in funzione a giugno.

In realtà, scopriamo, il nuovo sistema è stato avviato solo nei giorni scorsi e subito sottoposto a manutenzione per via della rottura dei tubi e altre parti meccaniche a cui è allacciato.

La centrale di sollevamento provvisoria, che è entrata in funzione da qualche giorno, andando a riportare acqua lungo le tubazioni ha causato la rottura delle valvole di sfiato e le saracinesche. Sono arrugginite e obsolete perché inutilizzate da tempo. Per questo ad oggi non è arrivata acqua alle aziende agricole della zona – ha dichiarato Catania -. Si spera per domani, ma parliamo di un sistema che a pieno regime rifornisce 600-700 ettari con 800 litri di acqua al secondo sollevata, mentre la centrale dovrebbe alzare anche 2 metri cubi d’acqua per irrigare 3-4 mila ettari“.

Foto di Luis Iranzo Navarro-Olivares da Pixabay