Cosa sappiamo del terremoto di oggi nel Mar Jonio

Cosa sappiamo del terremoto di oggi nel Mar Jonio

SICILIA – Arrivano nuovi aggiornamenti da parte dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) in merito al terremoto di magnitudo 4.8 sulla scala Richter, registrato all’alba di oggi nel Mar Jonio tra Sicilia e Calabria.

Data l’intensità non particolarmente elevata, gli esperti non hanno diramato alcuna allerta tsunami.

Il terremoto della scorsa notte nel Mar Jonio

Il sisma è stato avvertito – oltre che nella zona del Catanese – lungo tutta la costa ionica, in parte della costa tirrenica e anche a Reggio Calabria. Numerose sono state le segnalazioni dei cittadini ai Vigili del Fuoco, ma fortunatamente non si registrano danni.

Gli esperti dell’INGV hanno localizzato l’epicentro a 50 km dalla costa meridionale della Calabria, 72 km a sud-est di Reggio Calabria, 84 km a sud-est di Messina e 88 km a est di Catania.

Altre scosse nella stessa zona

Dall’analisi dei dati disponibili emerge che il sisma è avvenuto in un’area già nota per eventi sismici di analoga intensità nel corso dei secoli. La zona colpita si trova infatti in prossimità dell’area calabro-sicula, una delle regioni a più alta pericolosità sismica in Italia. Lo confermano sia la Mappa della Pericolosità Sismica del Territorio Nazionale (MPS04), sia i numerosi forti terremoti registrati in passato nella stessa area.

I dati sull’area interessata

Analizzando i dati storici relativi all’area interessata, si rileva che l’epicentro del terremoto odierno si colloca in una zona in cui, in passato, si sono verificati numerosi eventi sismici con magnitudo inferiore a 5.5. Le aree a maggiore sismicità restano quelle della Calabria meridionale, dello Stretto di Messina e della Sicilia orientale, situate a una distanza compresa tra i 50 e i 100 chilometri, dove il Catalogo Storico riporta eventi di forte intensità, come i terremoti del 1783 in Calabria, quello devastante del 1908 nello Stretto di Messina, e quelli del 1542 e del 1693 in Sicilia sud-orientale.

Dal 1985 ad oggi, l’area ha mostrato una sismicità diffusa, con eventi rilevanti registrati principalmente nell’entroterra della Sicilia e della Calabria, in particolare nelle zone dell’Etna e della Calabria meridionale.

La mappa di scuotimento sismico (SHAKEMAP) dell’evento odierno, elaborata sulla base dei dati delle reti sismiche e accelerometriche INGV e DPC, indica un’intensità stimata fino al IV grado della scala MCS.

Il terremoto è stato ampiamente avvertito in tutta la Sicilia orientale e nella Calabria meridionale, come evidenziato dalla mappa dei risentimenti macrosismici elaborata grazie ai numerosi questionari compilati sul sito www.hsit.it, che alle 4:30 del mattino aveva già ricevuto oltre 2000 segnalazioni ed è in continuo aggiornamento.

L’evento è stato registrato da tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’INGV, con rilevazioni fino al centro-nord del Paese. In basso è riportato il tracciato sismico (componente verticale) registrato dalla stazione di Augusta, in provincia di Siracusa, situata a circa 80 km dall’epicentro.

Le parole di Marco Neri (INGV)

“Il sisma di stanotte, di magnitudo locale ML 4.8, è avvenuto sul fondo del Mare Ionio, a sud della costa calabrese, a circa ottanta km da Acireale e con una profondità ipocentrale valutata dall’INGV in 48 km. Il sisma è stato distintamente avvertito in Calabria meridionale e soprattutto in Sicilia orientale, destando una certa apprensione tra la popolazione.

Si tratta di un sisma di origine tettonica, ovvero prodotto da una faglia sismogenetica che frattura la crosta terrestre; nella zona epicentrale il fondale marino ionico è attraversato da una struttura nota col nome di ‘Faglia Ionica’, orientata circa NO-SE. Pur essendo avvenuto ad un solo giorno di distanza dall’eruzione stromboliana dell’Etna che il 15 aprile ha interessato il Cratere di Sud-Est del vulcano, questo sisma non ha alcuna correlazione dimostrabile con tale attività eruttiva.

La scossa sismica è rimasta sostanzialmente isolata; non è possibile ipotizzare l’accadimento di possibile repliche di magnitudo anche maggiore, anche se la zona interessata è caratterizzata da una pericolosità sismica alta in cui in passato sono avvenuti terremoti abbastanza forti, fino a M 5.5.”.

Fonte foto Ingvterremoti