SICILIA – Inizia luglio, l’estate è nel vivo. Ombrellone, sdraio e pedalò ci aspettano, ma in Sicilia – pur restando la regione più economica d’Italia per i servizi balneari – i rincari non mancano.
Con l’arrivo dell’alta stagione, Federconsumatori Sicilia ha pubblicato i dati sul caro-spiagge per l’estate 2025. L’associazione ha rilevato i prezzi in un campione di lidi privati sparsi per l’isola, in particolare nelle province di Palermo, Catania e Trapani. Il risultato? La Sicilia si conferma ancora una volta la regione più conveniente per chi vuole godersi una giornata di mare attrezzata. Ma non tutto è oro quel che luccica.
Caro spiagge in Sicilia: i dati
I numeri parlano chiaro: rispetto alla media nazionale, i prezzi in Sicilia sono sensibilmente più bassi, anche del 50% per gli abbonamenti stagionali. Tuttavia, l’aumento rispetto all’estate 2024 c’è stato, e si fa sentire: +4% per l’ombrellone, +3% per la sdraio, +10% per il lettino, +11% per l’abbonamento giornaliero, +5% per quello mensile, +3% per lo stagionale, e +4% per un’ora in pedalò o sup. In media, si parla di un incremento del 6% – il più alto a livello percentuale tra tutte le regioni italiane, e ben oltre il tasso d’inflazione.
Ma quanto conviene davvero la Sicilia? Se confrontiamo questi dati con altre zone d’Italia, la differenza è netta. In Liguria, Emilia-Romagna o Sardegna, il costo giornaliero per due lettini e un ombrellone può superare agilmente i 50-60 euro, mentre in Sicilia ci si ferma spesso sotto i 30. Gli abbonamenti stagionali nelle località più gettonate del Nord possono costare fino a 2.000 euro: sull’isola, si sta comodamente sotto la soglia dei 1.000.
Il turismo “mordi e fuggi”
Un vantaggio, certo, ma che nasconde una fragilità. I rincari maggiori, in Sicilia, riguardano lettini e abbonamenti giornalieri. Molto più contenuti, invece, quelli mensili e stagionali. Questo suggerisce un modello economico chiaro: i gestori dei lidi puntano tutto sul turismo “mordi e fuggi”. È evidente che i gestori cercano di monetizzare al massimo su ciò che venderanno di più: un lettino per un giorno, un abbonamento giornaliero. Non conviene alzare troppo i prezzi degli abbonamenti mensili o stagionali se si prevede che se ne venderanno pochi.
“Sono dati dai quali emerge un giudizio dolce-amaro – commenta il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa – Da una parte non possiamo non vedere che i servizi nelle spiagge siciliane costano molto meno che nel resto d’Italia, ma dall’altra non possiamo nemmeno fare finta di non capire il perché: i siciliani non hanno soldi da spendere per le vacanze, mentre i turisti ormai passano dalla Sicilia per pochi giorni”.
Il problema viaggi
E c’è un altro fattore, spesso trascurato, che pesa sulle tasche delle famiglie siciliane: il viaggio per tornare a casa. Sempre più residenti al Nord, o all’estero, devono affrontare costi proibitivi per trascorrere qualche giorno nella propria terra d’origine. Voli e traghetti lievitano in estate, e arrivare in Sicilia con una famiglia può significare spendere 1.500 euro – o anche di più – solo per il trasporto. Una cifra che, per molti, corrisponde a metà o all’intero budget vacanze.
Il risultato è un corto circuito: meno siciliani in vacanza, meno tempo passato in Sicilia, meno soldi spesi nei lidi. “Purtroppo questa nostra valutazione – conclude La Rosa – non è quasi per nulla diversa da quella che abbiamo fatto l’anno scorso, perché la situazione è praticamente identica: il mare in Sicilia costa poco perché i siciliani sono sempre più in difficoltà, i turisti restano sempre meno e perché venire in Sicilia costa sempre di più”.
In questo 1° luglio, con l’estate che esplode tra le giornate afose e le prime fughe verso il mare, la fotografia delle spiagge siciliane è chiara: il mare resta bello e accessibile, ma dietro i prezzi contenuti si nasconde una vulnerabilità economica sempre più difficile da ignorare.