SICILIA – Secondo le stime effettuate per i prossimi mesi, solo in Sicilia, si parla di 6.500 imprese a rischio che comporterebbero la perdita di circa 19mila posti di lavoro.
Sono i numeri che il presidente regionale Confcommercio Sicilia Gianluca Manenti e la vicepresidente nazionale Confcommercio Patrizia Di Dio, che è anche presidente provinciale Confcommercio Palermo, hanno comunicato questa mattina a Villa Whitaker al prefetto di Palermo Giuseppe Forlani.
Era stato quest’ultimo a convocare i vertici regionali dell’associazione di categoria dopo la lettera trasmessa nei giorni scorsi da Confcommercio ai nove prefetti dell’isola.
“Abbiamo chiarito come le previsioni, per i prossimi mesi – hanno detto Manenti e Di Dio – siano estremamente complicate, a tratti tragiche per il futuro dei comparti. Secondo i dati fornitici dal Centro studi di Confcommercio, il prezzo dell‘energia elettrica salirà dell‘82,3%. L‘aumento di spesa legata all‘energia di 464 milioni di euro, solo per la nostra Isola per quanto riguarda l’ultimo anno, è un incremento che condizionerà giocoforza la vita delle famiglie e i loro consumi e che pregiudicherà l‘attività delle imprese, alcune delle quali hanno già comunicato che non possono trovare altre soluzioni se non quelle correlate alla chiusura“.
“Ringraziamo il prefetto Forlani per l‘attenzione che ha rivolto al mondo produttivo, in un periodo molto difficile, anche sul fronte delle interlocuzioni, a causa della totalizzante campagna elettorale in corso. Il prefetto di Palermo ha dimostrato di essere molto sensibile sull‘argomento e ci ha rassicurato sul fatto che, anche assieme agli altri prefetti dell‘Isola, manifesterà questo stato di estremo malessere al Governo nazionale“.
Manenti e Di Dio così proseguono: “La tendenza al rialzo dei prezzi non mostra credibili segnali di rallentamento. Nonostante qualche passato sporadico e occasionale ridimensionamento, l‘inflazione, anche in Sicilia cresce ormai da più di un anno, raggiungendo l‘8,6% (8,4% in Italia) tendenziale ad agosto, che si traduce in un +9,2% (9% in Italia) se il fenomeno è misurato secondo la metrica dell’indice armonizzato“.
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