SICILIA – Si celebra oggi 22 marzo la giornata mondiale dell’acqua, una ricorrenza che è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Una data importante dedicata a un bene di assoluta necessità senza il quale non ci sarebbe vita. Tuttavia arrivano dal mondo aggiornamenti poco rassicuranti.
Una situazione ancora allarmante quella inerente la scarsità di acqua: “Ancora oggi un bambino su tre nel mondo non ha accesso ad acqua sicura da bere, gabinetti e fognature funzionanti, acqua per curare la propria igiene personale. Ciò significa fare i conti con la sete ma anche con le malattie che derivano dal contatto con acqua contaminata come il colera, l’epatite A, il tifo, la poliomielite e la diarrea acuta che, da sola, uccide ogni anno 297mila bambini sotto i 5 anni”. È questo il bilancio che viene riportato dall’Unicef.
Non solo. È stata fatta una stima secondo cui nel mondo 2,2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi idrici sicuri e 4,2 miliardi a servizi igienici adeguati e disponibili nelle proprie abitazioni. Uno scenario che suscita ancora più preoccupazione per via della pandemia in atto dove, come ormai abbiamo capito, l’igiene è un’arma essenziale per difenderci dal Covid. Come evidenzia ancora una volta l’Unicef, anche i cambiamenti climatici hanno un forte impatto sul tema in questione: “Entro il 2040 1 bambino su 4 vivrà in aree ad alto stress idrico”.
Per quanto concerne l’Italia, secondo una ricerca Ipsos, “solo 2 italiani su 10 ritengono che la scarsità d’acqua sia un problema generalizzato, il 70% ritiene addirittura che sia solo di competenza di specifiche aree del Paese in determinati periodi dell’anno”.
Inoltre, per quanto concerne le tematiche ambientali, soltanto il 12% ha mostrato una certa preoccupazione sul fronte acqua mentre il 51% si è mostrato preoccupato per la presenza di plastica nei mari, il 49% per l’inquinamento atmosferico e il 44% per la gestione dei rifiuti.
Inoltre, pare che nel 2040 l’Italia possa ritrovarsi in una critica condizione di stress idrico e a tal proposito pare che gli italiani stiano sottovalutando il rischio: il 52% degli intervistati ritiene che ci sia ancora tempo a disposizione per cambiare le cose e che circoli troppo pessimismo, il 22% considera veritiere queste previsioni mentre l’11% pensa che esse siano poco attendibili e usate solo per suscitare paura nella gente.
Ma siamo sicuri che gli italiani abbiano consapevolezza di quanta acqua consumano? Il 48% delle persone ascoltate avrebbe una falsa percezione sull’adeguato consumo di acqua: in molti sono convinti di consumare adeguatamente l’acqua ma i dati dimostrano che il consumo di acqua in Italia è uno tra i più alti in Europa (circa 220 litri d’acqua al giorno in confronto alla media europea pari a 165 litri).
Addentrandoci nella Sicilia in particolar modo, diversi sono i dati che riguardano lo stato delle acque nell’isola. Nello specifico, secondo alcuni rapporti forniti dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), lo stato chimico delle acque sotterranee nel 2019 è risultato in uno “stato scarso” nel 65% delle stazioni valutate (109) mentre il restante 35% (59) in stato buono.
Prosegue Arpa: “Buona parte delle stazioni classificate in stato qualitativo scarso (43%) è costituito da risorse idriche designate per l’estrazione di acque destinate al consumo umano, delle quali complessivamente è risultato in stato scarso il 49% delle stazioni, pari a 47 delle 95 risorse idriche monitorate nel 2019. Per il 35% delle stazioni monitorate nel 2019 (59 stazioni) l’attribuzione dello stato chimico scarso è dovuta al superamento dello SQ per il parametro nitrati, per il 31% (52 stazioni) al superamento dei VS dei parametri appartenenti alla categoria dei composti ed ioni inorganici, per il 10% (16 stazioni rappresentative principalmente dei corpi idrici sotterranei Piana di Vittoria e Ragusano e secondariamente dei corpi idrici Piana di Marsala-Mazara del Vallo, Piana e Monti di Bagheria, Piana di Licata) al superamento degli SQ dei parametri appartenenti alla categoria dei pesticidi (singoli principi attivi o sommatoria totale). La classificazione in stato chimico scarso è dovuta al superamento dei VS dei parametri appartenenti alla categoria dei composti alifatici clorurati nell’8% delle stazioni (14), della conducibilità nell’8% delle stazioni (14), degli elementi in traccia nel 7% delle stazioni (11), dei composti alifatici alogenati cancerogeni nel 6% delle stazioni (10)”.
Mentre per quanto riguarda le acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, sempre l’Arpa ha fornito i risultati del monitoraggio con dei dati riguardanti il 2019 dove sono risultate conformi alla relativa classificazione solo le acque del Fiume Eleuterio (PA), mentre risultano non conformi le acque degli invasi Ancipa (EN), Scanzano (PA), Fanaco (PA), Garcia (PA), Piana degli Albanesi (PA), Poma (PA), Rosamarina (PA), Santa Rosalia (RG), del serbatoio Malvello (PA) e dei fiumi Imera Meridionale (PA) e Jato (PA).
Infine per quanto concerne lo stato dei fiumi in Sicilia, l’Arpa ha fornito di recente il rapporto sull’ultimo monitoraggio prendendo in considerazione 18 fiumi ovvero 19 stazioni. I risultati mostrano che nessun corpo idrico raggiunge lo stato ecologico elevato e solo un terzo quello buono.
La maggior parte dei corpi idrici non raggiunge gli obiettivi di qualità fissati dalla norma, trovandosi per il 56% in stato sufficiente e per l’11% scarso. Riguardo allo stato chimico, si è riscontrato uno stato non buono nel 42% dei casi. Nel 58% dei casi, le sostanze prioritarie rispettano gli Standard di Qualità Ambientale.
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