Via libera al decreto interministeriale che istituisce il registro nazionale dei crediti di carbonio volontari generati dal settore forestale. L’obiettivo è quello di istituire un vero e proprio mercato nazionale del carbonio in linea con il Regolamento (Ue) 2024/3012 sul “carbon farming”.
Il ministro Francesco Lollobrigida ha parlato di uno “strumento essenziale per dare nuova linfa alla gestione delle aree boschive italiane, mettendo insieme le energie dei privati con l’interesse pubblico. Si tratta di un passo avanti per contrastare il greenwashing e curare l’ambiente con i fatti”.
Nasce il registro crediti di carbonio
Ma cosa cambia con i crediti di carbonio? Si tratta di certificati che registrano le quantità di anidride carbonica assorbita grazie agli interventi effettuati sul territorio. Le linee guida prevedono che i crediti da iscrivere nel registro siano corrispondenti a: una gestione dell’area boschiva che apporti attività aggiuntive rispetto alla mera conservazione prevista dalla normativa in vigore e già oggi obbligatoria; un progetto di gestione dell’area boschiva di almeno 20 anni, certificato da un ente terzo accredito (non diversamente da quanto accade per le Dop e le Igp e la produzione biologica).
Ogni credito equivale a 1 tonnellata di CO₂ assorbita, certificata secondo i criteri IPCC 2006 e Reg. Ue 2024/3012. Per essere iscritto nel registro un credito deve: essere addizionale rispetto alla baseline; garantire stoccaggio a lungo termine e sostenibilità ambientale; essere verificato da un organismo terzo (Oce) accreditato da Accredia; non essere utilizzato nei mercati Eu Ets o Corsia; essere cedibile dopo cinque anni e non rivendibile o esportabile.
Chi può partecipare?
Ma chi può partecipare? I proponenti possono essere: proprietari, gestori forestali, consorzi o soggetti aggregatori. I progetti ammissibili invece devono rientrare nelle seguenti categorie:
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- Rimboschimenti e imboschimenti con specie autoctone;
- Arboricoltura da legno e sistemi agroforestali;
- Utilizzo di prodotti legnosi di lunga durata (≥ 35 anni di vita utile).
- Durata minima dei progetti: 20 anni (35 anni per i prodotti legnosi).
- Gestione forestale sostenibile con impegni addizionali rispetto alla normativa;
“Finalmente chiarezza e trasparenza”
“Accolgo con grande soddisfazione la nascita del Registro nazionale dei crediti di carbonio forestali, uno strumento che porta finalmente chiarezza e trasparenza al mercato volontario del carbonio nel settore agroforestale. È un passo avanti importante per valorizzare i servizi ecosistemici offerti dai nostri boschi e terreni agricoli: dall’assorbimento della CO₂ alla tutela della biodiversità, dalla stabilità idrogeologica al miglioramento della qualità del suolo. Tutti elementi che oggi trovano un riconoscimento anche sul piano economico e gestionale”. Dichiara Alessandro Spataro, membro RUS, Rete delle Università Italiane per lo sviluppo sostenibile.
“Il principio dell’aggiuntività previsto dal registro assicura che i crediti derivino da interventi realmente volontari e misurabili, rafforzando la credibilità del sistema e garantendo benefici ambientali concreti. Questo nuovo strumento apre inoltre opportunità interessanti per imprese e proprietari forestali, che potranno integrare la gestione sostenibile del territorio con nuove forme di reddito legate alla tutela del clima. È un passo nella giusta direzione, che unisce rigore tecnico, sostenibilità economica e responsabilità ambientale: tre pilastri fondamentali per costruire un futuro più equilibrato tra sviluppo e natura“.