Oggi, 13 novembre, si celebra la giornata mondiale della gentilezza, un’occasione per riflettere sull’importanza dei piccoli gesti che possono rendere il mondo un luogo migliore.
Questa giornata, istituita nel 1998 dal World Kindness Movement, vuole promuovere la solidarietà e la comprensione reciproca in una società spesso afflitta da indifferenza e competizione.
Le radici della gentilezza
La celebrazione ha radici che affondano nella consapevolezza che la gentilezza non è solo una questione di buone maniere, ma un vero e proprio atto rivoluzionario.
Fin dall’antichità, filosofi e pensatori come Seneca e Confucio hanno sottolineato l’importanza di un comportamento rispettoso e benevolo verso gli altri, ritenendolo un fondamento per la coesione sociale e la pace.
L’impatto dei gesti gentili
I piccoli atti di gentilezza, come un sorriso sincero o un aiuto inaspettato, possono avere effetti profondi non solo su chi li riceve, ma anche su chi li compie.
Studi psicologici hanno dimostrato che essere gentili migliora il benessere personale, stimolando la produzione di endorfine e rafforzando il senso di connessione con gli altri.
La giornata mondiale della gentilezza ci invita a compiere azioni semplici ma significative, che possono spaziare dal lasciare un messaggio incoraggiante a un collega, al dedicare tempo a chi ne ha bisogno.
Come possiamo essere gentili ogni giorno
Non è necessario aspettare il 13 novembre per essere gentili con gli altri.
Alcuni modi per incorporare la gentilezza nella nostra vita quotidiana sono:
• Ascoltare senza interrompere e mostrare empatia.
• Offrire aiuto spontaneamente, senza aspettarsi nulla in cambio.
• Essere grati e riconoscere i meriti altrui.
Intervista alla responsabile della cooperativa sociale L’Abbraccio
Ai nostri microfoni, in esclusiva, è intervenuta la responsabile della cooperativa sociale L’Abbraccio
Cos’è la gentilezza? Come si può incoraggiare la gentilezza nella quotidianità e creare un ambiente più inclusivo?
“La gentilezza è una qualità spesso sottovalutata ma profondamente trasformativa. La sua etimologia ci riporta indietro nel tempo, alle radici della parola latina “gentilezza” che deriva da “gentes, gentis”, indicando le persone.
È importante non confondere la gentilezza con il bon-ton. Mentre quest’ultimo si riferisce a un insieme di regole di buona educazione e galateo, la gentilezza è qualcosa di più profondo: è un atteggiamento, un modo di essere che parte dal cuore e si manifesta in gesti autentici e spontanei. Non è solo una questione di rispettare formalità, ma di percepire l’altro come una persona completa, con bisogni e desideri che meritano ascolto e considerazione.
Nella realtà de “L’Abbraccio” la gentilezza non è solo un accessorio, ma una necessità. È attraverso la gentilezza che i ragazzi si sentono riconosciuti, valorizzati e, soprattutto, si percepiscono persone.
Incoraggiare la gentilezza nella quotidianità significa scegliere di vedere il mondo con occhi diversi, accettare le unicità e rispondere alle difficoltà altrui con empatia. Significa compiere piccoli gesti, come un sorriso, una parola di conforto o un aiuto inaspettato“.