SICILIA – I dati elaborati dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, relativi al 2024 (fonti Inps e Istat), confermano una criticità strutturale che colpisce le province siciliane di Agrigento, Caltanissetta ed Enna: in questi territori il numero delle pensioni erogate supera quello degli occupati.
I dati
Nella classifica nazionale, le 3 province si collocano tutte nella seconda metà:
- Agrigento (93ª posizione) conta 147.525 pensioni a fronte di 126.005 occupati, con un saldo negativo di –21.520;
- Caltanissetta (86ª) registra 83.050 pensioni e 68.388 occupati (–14.662);
- Enna (75ª) presenta 56.938 pensioni e 49.268 occupati (–7.670).
Complessivamente, il saldo negativo delle tre province ammonta a 43.852 unità, segnale di un divario crescente tra chi lavora e chi è in pensione. Un trend che, secondo gli analisti, potrebbe peggiorare nei prossimi anni.
Le dichiarazioni di Carmela Petralia
“Questi numeri non sono solo statistiche – afferma la segretaria generale Carmela Petralia – ma la fotografia di un territorio che rischia di reggere sempre più sulle spalle dei pensionati un sistema economico debole e frammentato. Se il numero delle pensioni cresce più velocemente di quello degli occupati significa che si restringe la base produttiva, si riducono i contributi versati e aumenta il peso delle prestazioni sociali. È un campanello d’allarme serio per la sostenibilità complessiva del sistema e per la tenuta delle nostre comunità”.
“Dove aumentano i pensionati e diminuiscono i lavoratori – prosegue – crescono lo spopolamento, la precarietà, il lavoro nero, la fuga dei giovani e delle competenze. Non è e non deve diventare una contrapposizione tra generazioni: al contrario, è la prova che senza lavoro stabile, regolare e di qualità non si garantisce il presente e il futuro di nessuno, nemmeno dei nostri anziani”.
Urgenza di avviare strategie territoriali
La Cisl Agrigento Caltanissetta Enna richiama l’urgenza di avviare strategie territoriali condivise, promuovendo un patto di responsabilità per l’occupazione che coinvolga istituzioni locali, parti sociali, associazioni datoriali, mondo dell’istruzione e terzo settore.
Un patto, sottolinea Petralia: “fondato su obiettivi concreti: utilizzo trasparente ed efficace di tutte le risorse a disposizione (PNRR, FSC, FESR, ZES) a favore di progetti ad alta intensità occupazionale, favorendo il potenziamento di infrastrutture materiali e digitali che rendano attrattivi i nostri territori, politiche industriali che valorizzino le filiere locali, aprendo un dialogo anche con le Università e gli ITS per promuovere percorsi professionalizzanti legati alle potenzialità del territorio (agroalimentare, energia, cultura, edilizia green), contrasto al lavoro irregolare, promozione dell’occupazione giovanile e femminile”.
I presìdi territoriali
“È più che mai necessario – aggiunge – nelle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna puntare sulla partecipazione delle comunità e avviare azioni concrete e condivise su lavoro, servizi, scuola, cultura e sviluppo locale, senza dimenticare politiche di welfare rivolte alle persone anziane e fragili. Senza interventi strutturali e coordinati, il rischio è di piombare ancora di più nella desertificazione sociale ed economica. E quindi c’è necessità di lavorare sul potenziamento della sanità pubblica – soprattutto nei presìdi territoriali e per la medicina di prossimità – rafforzare i trasporti pubblici tra i comuni e verso i poli sanitari, avviare un piano di promozione turistica e sostenere progetti culturali territoriali come strumento di sviluppo e inclusione”.
“Come Cisl – conclude – continuiamo a credere nella via della concertazione e del dialogo sociale, affinché questo squilibrio tra pensioni e occupati non diventi la normalità”.



