SICILIA – Ogni anno, o quasi, è sempre la stessa storia. Al sopraggiungere della stagione estiva il desiderio più grande coincide con un bagno rigenerante al mare, nelle acque siciliane che non hanno nulla da invidiare ad altri luoghi rinomati e mete di vacanze estive per staccare un po’ dalla vita frenetica di tutti i giorni.
Il vero problema limitante riguarda la presenza sempre più imponente di meduse lungo i circa 1.400 km di costa siciliana. In questo periodo la linea “zigrinata” che va da Capo Passero allo Stretto di Messina, vale a dire la costa orientale, è tempestata da questi animali planctonici che con i loro tentacoli urticanti creano non pochi disagi ai bagnanti.
Addirittura, potrebbe farsi strada il ragionamento per cui diverse persone programmano la loro permanenza giornaliera a mare a seconda della presenza di questi organismi che non agiscono in maniera razionale, in quanto non fornite di un sistema nervoso, ma tramite il cosiddetto contatto.
Fonte foto Pinterest
Per approfondire la questione e stilare un quadro chiarificatore, è intervenuto ai nostri microfoni Danilo Scuderi, professore di Biologia al liceo Marchesi di Mascalucia. Tra correnti, cambiamenti climatici e dinamica di popolazione le meduse si avvicinano sempre più nell’intermezzo compreso fra le acque profonde e la terraferma.
“Le meduse non sono in grado di contrastare le correnti, per cui se dovesse essere presente una corrente del mare avente una prevalenza verso terra sarebbe inevitabile il loro avvicinamento verso la parte costiera. Una passività, se così può essere definita, che non fa riferimento alla volontà di questi organismi ma che comporta un rischio per i numerosi bagnanti che ogni anno popolano la nostra Isola“.
“Il numero delle meduse è in misura crescente nel momento in cui si hanno determinate conseguenze legate ai cambiamenti climatici che apportano degli sconvolgimenti nelle popolazioni dei vari ecosistemi marini“.
“La Pelagia Noctiluca, nota anche come medusa viola, piccola e con tentacoli parecchio lunghi. Tra tutti gli “animali galleggianti” presenti nel Mediterraneo, è quella più urticante e può causare delle lievi bruciature. Queste piccole meduse inoculano una tossina per contatto e se la corrente fa il proprio gioco trasportandole fino alle persone appare inevitabile l’emanazione del veleno presente in esse, seppur prive di un sistema nervoso che le spinge ad agire“.
“Questo fenomeno in ecologia prende il nome di dinamica di popolazione. Vi sono anni dove alcune specie sono in quantità esigue e anni che si verificano delle esplosioni demografiche, ragion per cui si possono trovare facilmente nello strato che separa il largo dalla terraferma“.
“Chiunque abbia un contatto con una medusa riceve la sua buona dose di tossine, quindi tutti risultano essere sullo stesso piano riguardo il fatto di essere colpiti. Chiaramente, come per tutte le cose, ci sono persone più soggette e meno soggette alla puntura sviluppando delle reazioni che differiscono per ogni individuo“.
“Le correnti, così come portano alcuni organismi marini dal largo verso costa, effettuano lo stesso processo per i liquami. Non è presente una correlazione diretta tra acque sporche e meduse“.
“Le meduse rappresentano un fastidio ma i liquami provenienti da diversi comuni del Catanese sono da evidenziare in un quadro ancor più gravoso“, esordisce Scuderi.
“Acitrezza, pur essendo area marina protetta, possiede lo sversamento di sostanze putride dirette in mare. Rinomata la zona del litorale nord come Fondachello… villaggi che in estate decuplicano la loro popolazione con conseguenze in termini di inquinamento marino e salutari come casi confermati di meningite“.
“Una situazione di disagio – conclude – anche per i tanti turisti in vacanza che si trovano costretti a rivedere i loro programmi pianificati da tempo“.
È facile pensare che l’ambiente debba adattarsi alle nostre esigenze, (in questo caso l’ambiente marino) ma questa convinzione non è giustificata. Non è raro osservare persone di tutte le età con secchielli o retini in mano che si preparano a spostare meduse, granchi o altri piccoli animali considerati fastidiosi, per poi depositarli sulla spiaggia dove, inevitabilmente, muoiono.
È importante sottolineare che queste azioni, spesso compiute per semplice divertimento o curiosità, sono considerate un reato.
L’articolo 544 ter del codice penale stabilisce, infatti, che chiunque causi lesioni a un animale o lo sottoponga a comportamenti, fatiche o lavori “insopportabili per le sue caratteristiche etologiche” deve essere punito.
Le conseguenze penali per tali azioni includono la reclusione da 3 a 18 mesi e multe che vanno da 5mila a 30mila euro.
Fonte foto Fundaciondescubre.es
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