Separazione e divorzio: a chi spetta l’animale domestico?

Separazione e divorzio: a chi spetta l’animale domestico?

RAGUSA – Nei giorni scorsi a Vittoria, in provincia di Ragusa, un cagnolino è stato ritrovato nella discarica locale. A raccontare la triste storia è l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali). Piero, così il cucciolo è stato ribattezzato dai volontari dell’Oipa, versava in condizioni gravi: febbre alta, emocromo sballato, forte anemia e un’infestazione incredibile di zecche.

Accucciato su una distesa di rifiuti, aveva solo una piccola ciotola dell’acqua e si muoveva a malapena”, hanno raccontato i volontari su Facebook. Quando il delegato locale dell’associazione, allertato da un’abitante di Vittoria, è arrivato sul posto l’ha trovato solo e ricoperto di spazzatura. Nessuno, sino a quel momento, si era occupato del povero cagnolino abbandonato, tranne un extracomunitario che preso dalla compassione gli aveva dato della carne in scatola da mangiare. Le sue condizioni erano e restano tutt’ora gravi.

Stando agli ultimi controlli effettuati, sarebbe anche affetto da leishmaniosi ed ehrlichia. Dopo il ritrovamento, i volontari si sono dati da fare per cercare almeno uno stallo momentaneo in grado di sostenere e aiutare Pietro durante le cure.

Trascorsi pochi giorni, però, è venuta a galla la più amara delle verità ovvero che Pietro, sino a non molto tempo fa, aveva una famiglia che gli voleva bene e lo trattava da re. Sino a quando, a causa della separazione tra marito e moglie è stato letteralmente gettato tra i rifiuti, lì dove, incapace di sopravvivere per come era stato abituato in precedenza, si stava lasciando morire. La sua fortuna è, tuttavia, stata quella di incontrare dei volontari dal cuore d’oro.

L’abbandono di animali in Italia

In Italia, l’abbandono di animali è reato come dispone l’art. 727 del Codice Penale: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.

La Legge tutela tutti gli animali domestici, compresi quelli da allevamento e quelli esotici. Inoltre, la detenzione di animali in cattive condizioni è equiparata all’abbandono ed è punita con la stessa pena.

Il reato di abbandono di animali si configura anche quando chi lo ha in custodia non se ne prende cura e lo lascia senza un adeguato nutrimento ed un’igiene opportuna, mettendo in serio rischio la sua incolumità.

La Cassazione, nel corso degli anni, ha emanato numerose sentenze sul reato di abbandono degli animali.

Le sentenze sull’abbandono di animali

Fra le più rilevanti sono da evidenziare: la sentenza n. 18892/2011 che ha ritenuto colpevole il proprietario che, avendo smarrito in modo accidentale il suo cane, non si era preoccupato di denunciarne la scomparsa né di ritrovarlo; e la sentenza n. 13338/2012 che ha stabilito che il mancato ritiro di un cane dal canile municipale a cui era stato in precedenza affidato dal proprietario costituisce reato di abbandono di animali. Questo avviene quando è prevedibile che il canile dopo un certo periodo di tempo si liberi di tale cane.

Tuttavia, la storia di Pietro getta luce su un altro pericolo che potrebbe presentarsi per i nostri amici a quattrozampe, ovvero il loro destino durante una separazione o un divorzio anche se, fortunatamente, la maggior parte delle coppie in corso di separazione non ricorre allo strumento barbaro dell’abbandono.

In Italia, non esiste una norma specifica per regolare l’affidamento degli animali domestici in caso di separazione o divorzio. Di solito, le coppie si accordano privatamente per trovare una soluzione, ma se non ci riescono, possono rivolgersi al giudice.

La soluzione migliore, quando si affronta questa questione, è utilizzare il buon senso che però spesso manca in separazioni conflittuali. Se l’animale, ad esempio, rimanesse a vivere con uno dei due coniugi, l’altro potrebbe avere l’opportunità di trascorrere del tempo con esso in determinati giorni o portarlo a spasso in determinati orari.

Se le parti sono d’accordo sull’affidamento dell’animale, possono redigere un accordo scritto che funga da contratto o inserire una clausola nell’accordo di separazione.

Tuttavia, se i coniugi non riescono a trovare un accordo, la questione può essere portata in tribunale, dove vi sono pareri discordanti. Alcuni giudici ritengono che il tribunale non debba occuparsi dell’assegnazione degli animali domestici in caso di separazione giudiziale, a meno che le parti non lo richiedano espressamente. In assenza di figli o figli minori, il giudice può agire tenendo conto e valutando il rapporto dell’animale con entrambi gli ex coniugi.

Il giudice dovrà quindi valutare la situazione caso per caso, tenendo conto del benessere dell’animale e della famiglia.

Potrebbe tenere in considerazione la presenza di figli minori. La normativa prevede che l’interesse del minore sia il punto di partenza per stabilire le condizioni di separazione o divorzio, e il rapporto affettivo del bambino con l’animale potrebbe essere preso in considerazione anche se i genitori non sono d’accordo.

Alcune sentenze negli ultimi anni hanno riproposto l’interrogativo riguardo l’affidamento dell’animale domestico in caso di separazione in aula. In una di queste, il Tribunale di Foggia, ha deciso di affidare il cane a uno dei due coniugi, con diritto di vista all’altro per alcune ore durante determinate giornate. Il Tribunale di Cremona, invece, sempre in presenza di una separazione, ha concesso l’affido condiviso del cane, con la suddivisione delle spese al 50% per il mantenimento. Entrambi i Tribunali hanno applicato la stessa disciplina prevista in caso di presenza di figli minori. Ciò non vuol dire che l’affido degli animali domestici è posto sullo stesso piano di quello per i figli ma, la legge non vieta di applicare gli stessi criteri dove vi è una lacuna istituzionale.

La giurisprudenza ha iniziato a prendere in considerazione il tema dell’affidamento degli animali domestici, cercando soluzioni che tengano conto delle esigenze di tutti i soggetti coinvolti. Tuttavia, c’è ancora spazio per un’evoluzione normativa che riconosca l’importanza e il valore degli animali nella vita delle persone e stabilisca disposizioni più chiare e definite in caso di separazione o divorzio. Speriamo che, nel futuro, si possano adottare misure più solide per garantire la protezione degli animali domestici e regolare in modo adeguato l’affidamento durante le situazioni familiari complesse. Gli animali sono esseri senzienti che meritano amore, cura e rispetto, indipendentemente dalle circostanze umane. In questo modo, potremo assicurare un futuro migliore per i nostri fedeli compagni a quattro zampe, valorizzando il loro ruolo nella nostra società e garantendo loro una vita dignitosa e felice.

AVV. ELENA CASSELLA

Articolo a cura dell’Avvocato Elena Cassella del Foro di Catania