Selfie-mania: è una malattia? Il parere degli esperti sugli autoscatti

Selfie-mania: è una malattia? Il parere degli esperti sugli autoscatti

Selfie al mare, selfie in montagna e persino al bagno! Selfie che passione.

Ebbene sì: il web è proprio intasato dagli autoscatti di giovani, più giovani, anziani anche, adulti e a volte dei più piccini che imparano anche in tenera età a fare facce buffe o a sorridere di fronte al cellulare che tengono già da soli. Parliamo di bambini di appena 2 o 3 anni, non stupitevi lettori di Newsicilia, si diventa “selfiemaniaci” anche a questa età.

Selfie: un neologismo dalla parola “self”, “se stesso”, che nasce, secondo molti alla notte degli oscar quando Breadly Cooper avrebbe fatto il famoso selfie insieme a molte celebrità.

Ma il primo selfie sarebbe quello di una ragazzina allo specchio, arrivato a noi con le testimonianze della primissima fotografia  davanti a una superficie riflettente.

E adesso? La selfie-mania, la “selfite“, è diventata una malattia? Sfatiamo subito il mito. Il fatto che l’American Psychiatric Association avrebbe detto che l’abitudine di postare autoscatti sia una malattia sarebbe in realtà una bufala.

Primi piani, immagini a figura intera, corredate di frasi filosofiche o non, ce n’è per tutti i gusti di selfie, noi abbiamo anche riportato percentuali interessanti calcolate dagli psicologi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Solo il 30% dei selfie sono per vanità, il 39% è per far ridere i propri “followers” o amici di Facebook, mentre il 21% è un vero è proprio “diario di bordo della propria vita”.

E voi di che tipo di selfie siete?