Segnalazione provenienza molestie olfattive nell’aria, un anno di sistema Nose: quali saranno i prossimi passi?

Segnalazione provenienza molestie olfattive nell’aria, un anno di sistema Nose: quali saranno i prossimi passi?

PALERMO – È appena trascorso un anno dall’avvio del progetto per il sistema Nose da parte di Arpa Sicilia e già è tempo di bilanci. Questo sistema è stato installato per il monitoraggio delle molestie olfattive nelle Aree a Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ovvero il polo industriale siracusano, la zona della Valle del Mela, nel Messinese, e nella macro area di Catania, comprendente anche i limitrofi comuni di Belpasso, Motta Sant’Anastasia, Misterbianco (CT), Lentini e Carlentini (SR). Adesso questo progetto si trova in fase di costruzione, attraverso una collaborazione con il Cnr di Bologna riguardo alla direzione di provenienza degli odori. La presentazione di questo progetto avvenne il 31 agosto del 2019 a Siracusa e adesso è in corso la fornitura di una strumentazione per le diverse aree.

La responsabile per il monitoraggio della qualità dell’aria di Arpa Sicilia, Anna Abita, spiega i risultati che sono stati conseguiti nel giro di un anno e mostra i dettagli tecnici, oltre a dare un’idea sui numeri riguardanti le segnalazioni e su come funziona il sistema.

“Il progetto è attivo su tre aree – afferma Abita –. Dopo averlo attivato nel polo siracusano e nella Valle del Mela, abbiamo fatto la stessa cosa nella macro area del Catanese più Lentini e Carlentini, a seguito di richieste che venivano da quei territori per le molestie olfattive. Ha come obiettivo quello di monitorare il disagio olfattivo presente in alcuni territori particolarmente industrializzati e nei quali sono presenti anche discariche. Il periodo più lungo di attività lo abbiamo nell’area di Siracusa, dove in un anno abbiamo ricevuto 12.100 segnalazioni dai cittadini. La partecipazione di questi ultimi è fondamentale perché essi sono come dei sensori che danno una segnalazione anonima, ma georeferenziata, del luogo in cui il disagio olfattivo è presente. C’è una web app che è possibile scaricare, in modo da poter segnalare i disagi. Dopo più segnalazioni nello stesso comune in determinati archi temporali scatta un alert, che viene comunicato a noi e agli altri enti che gestiscono il sistema. Così si avviano dei campionamenti con dei canister nell’area da cui provengono le segnalazioni, che ben presto verranno fatti con sistemi automatici, che scatteranno appena ci saranno gli alert. Li abbiamo fatti manualmente per studiare i siti di ubicazione più idonei per i campionatori automatici. Oltre al campionamento dell’aria, possiamo sapere dal cittadino la tipologia e l’intensità di odore percepito e ciò si può sapere attraverso le analisi dei canister e attraverso i dati delle stazioni fisse della rete di monitoraggio gestita da Arpa Sicilia nei territori ancora gestiti dai liberi consorzi. Con l’anno nuovo la gestione sarà tutta di Arpa Sicilia, a differenza di adesso che è divisa con gli enti locali per la Valle del Mela”.

L’importanza delle retrotraiettorie è di primo ordine per far capire da dove arriva la molestia olfattiva. Ciò si fa anche prestando attenzione al movimento dei venti con un lavoro in tempo reale.

“Abbiamo anche una collaborazione attraverso la quale – conclude Abita – riceviamo il traffico navale del porto di Augusta e i dati meteorologici per il movimento dei venti. Attraverso un’elaborazione modellistica diamo delle retrotraiettorie che individuano dalla sorgente le masse daria che producono la molestia olfattiva. Tutto ciò viene fatto in real time per consentire all’agenzia di effettuare dei sopralluoghi per valutare quali sono le sorgenti e per avere un risultato complessivo per individuare l’area. Stiamo completando la rete per il monitoraggio con le stazioni fisse e installeremo a breve i campionatori automatici per effettuare i prelievi d’aria in modo più vicina al momento in cui il cittadino fa la segnalazione. Assieme al Cnr stiamo valutando altri aspetti, come la risoluzione modellistica per areale ed essere più precisi da un punto di vista areale. L’area di Gela ha solo impianti di stoccaggio e ha un minore impatto odorigeno rispetto agli anni passati. Nonostante ciò valuteremo la presenza di disturbi olfattivi anche per questo altro territorio”.