Se l’obesità è grave… diamole un taglio

Se l’obesità è grave… diamole un taglio

Tra le diverse opzioni terapeutiche nei casi di obesità morbigena e invalidante, va considerata anche la chirurgia bariatrica. Le linee guida internazionali, pongono come indicazioni le seguenti condizioni:

  • – BMI > 40 Kg/m2 (o BMI> 35 se presenti gravi comorbidità cardiovascolari, metaboliche, respiratorie o articolari);
  • Età compresa tra 18 e 60 anni;
  • Obesità di durata superiore ai 5 anni;
  • Dimostrato fallimento di precedenti tentativi di perdere peso con tecniche non chirurgiche;
  • Piena disponibilità ad un prolungato follow-up post-operatorio.

Le tecniche chirurgiche utilizzate sono molteplici.

Il bendaggio gastrico consiste nel posizionamento di un anello pneumatico nella parte superiore dello stomaco nella regione sottocardiale, creando una tasca gastrica di dimensioni molto ridotte. A tale anello pneumatico è collegato un tubo in silicone che termina con un serbatoio che viene collocato a livello sottocutaneo nella parete addominale e che permette la regolazione del calibro del bendaggio. L’intervento non modifica l’anatomia dello stomaco, ed è completamente reversibile. Il bendaggio gastrico ha lo scopo di indurre la comparsa di sazietà dopo l’introduzione di ridotte quantità di cibo.

La gastroplastica verticale è il più antico degli interventi restrittivi e consiste nella riduzione del volume della sacca gastrica, mediante confezionamento di una tasca prossimale in comunicazione con la restante parte dello stomaco mediante un passaggio ristretto il cui diametro è reso fisso dal posizionamento di una benderella in polipropilene. Il meccanismo d’azione è simile a quello del bendaggio, ma non esiste la possibilità di calibrare la benderella.

La Sleeve Gastrectomy consiste nella sezione dello stomaco parallelamente alla piccola curvatura in modo da creare uno stomaco di forma tubulare con esclusione di circa i 2/3 di esso.

Il bypass gastrico consiste nella creazione di una tasca gastrica prossimale di 15-20cc esclusa dalla restante porzione dello stomaco; a questa neo-tasca viene collegato il digiuno, andando quindi ad escludere dal transito degli alimenti la restante parte dello stomaco ed il duodeno. Una variante è rappresentata dal Mini Bypass gastrico che consiste in una stretta tubulizzazione lungo la piccola curvatura che viene unita ad un’ansa digiuneale. Tali tecniche hanno un’azione oltre che restrittiva, anche malassorbitiva causata dalla esclusione di 180 – 250 cm di intestino tenue dal transito alimentare.

La diversione biliopancreatica è il capostipite degli interventi a meccanismo prevalentemente malassorbitivo e consiste nella riduzione del volume dello stomaco mediante gastrectomia subtotale e nell’asportazione della colecisti per ovviare al problema della formazione di calcoli. Lo stomaco rimanente, inoltre, viene collegato con il tratto dell’intestino tenue precedentemente sezionato a 2.5-3 metri dalla valvola ileo-cecale (che andrà a formare il “tratto alimentare”). Il restante tratto intestinale escluso dal transito del cibo (tratto biliopancreatico) viene attaccato con il “tratto alimentare” a 50 cm dalla valvola ileo-cecale. Tale tipo di intervento si presta a complicanze sia intraoperatorie che derivanti dal grave malassorbimento che ne consegue.

I vari tipi di intervento, oltre ad avere meccanismi di azione diversi, forniscono risultati diversi in termini di calo ponderale. Un percorso di follow-up appropriato deve essere offerto a tutti i pazienti e deve comprendere la prescrizione di indicazioni dietetiche specifiche, terapie farmacologiche, un controllo radiografico e/o endoscopico. In assenza di tale follow-up è possibile registrare oltre che gravi complicanze, anche un fallimento con ripresa parziale o totale dei chili persi.