Scuola, a rischio i mezzi voti nelle valutazioni: cosa ne pensano gli studenti?

Scuola, a rischio i mezzi voti nelle valutazioni: cosa ne pensano gli studenti?

ITALIA – Stop ai mezzi voti a scuola: è questa la proposta dell’Associazione Nazionale Presidi, che ha invitato gli insegnanti a utilizzare nelle valutazioni esclusivamente voti interi, rinunciando quindi all’utilizzo del mezzo punto e dei segni “+” e “-“.

Dal punto di vista normativo non è subentrata nessuna novità, ma è chiaro che la direttiva non è passata inosservata.

Sembra che valutare i compiti scritti e le interrogazioni con mezzi voti possa generare confusione negli studenti: ad affermarlo è Antonello Giannelli, capo dell’Associazione Nazionale Presidi, che ha spiegato le sue ragioni a “La Repubblica”: “La prassi di assegnare voti non interi – ha dichiarato – attraverso l’uso dei ‘mezzi punti’ e dei ‘+’ e ‘-‘ è molto infelice. Essa non ha un fondamento normativo e inoltre risulta ambigua nei confronti dello studente“.

Prassi di questo genere – ha continuato – complicano la comunicazione tra scuola, studenti e famiglie. Peraltro non contribuiscono a riempire di senso la valutazione della prestazione didattica. In realtà, per attuare seriamente e concretamente una valutazione formativa occorrono, lo ribadisco ancora una volta, una vera didattica per competenze e un effettivo coinvolgimento dello studente“.

Gli insegnanti si dividono: sì o no all’eliminazione dei mezzi voti?

La possibilità che gli storici voti “7 e mezzo“, “6+” o “6-” e via dicendo entrino in disuso ha scosso soprattutto i docenti che per primi si ritrovano coinvolti nel dibattito.

Da una parte si sono schierati coloro che sostanzialmente concordano con la direttiva dei presidi e che quindi ritengono che la scala di valutazione in decimi sia sufficiente: secondo loro si può tranquillamente fare a meno dei mezzi voti che rischiano di risultare superflui.

Dall’altra parte non mancano, invece, insegnanti che considerano i mezzi voti uno strumento prezioso per la valutazione e un’occasione per fornire agli studenti un quadro più preciso della propria interrogazione. Offrire ai giovani e di conseguenza alle loro famiglie una valutazione esaustiva e dettagliata può essere, a loro parere, incredibilmente vantaggioso: l’utilizzo del mezzo punto, così come per i segni “+” e “-“, può rappresentare un incoraggiamento per gli studenti o semplicemente un tentativo per sottolineare un concreto margine di miglioramento.

Cosa ne pensano gli studenti?

Se il punto di vista dei docenti è fondamentale per avere un quadro generale della situazione in vista dell’inizio della scuola, certamente non è da trascurare l’opinione dei giovani che rimangono i protagonisti indiscussi di ogni eventuale cambiamento nell’ambito scolastico.

Ai nostri microfoni sono intervenuti diversi studenti di varie scuole di Catania, che hanno espresso la loro opinione sull’eventuale eliminazione dei mezzi voti, mettendone in evidenza pro e contro.

All’inizio dopo aver letto questa notizia ho pensato che fosse una buona idea: sembrava che ci stessimo dirigendo verso un sistema scolastico più immediato e chiaro nella comunicazione con gli studenti. Così ha affermato Giulia.

Successivamente però – ha spiegato – mi sono resa conto che anche eliminando i mezzi voti, la media matematica non necessariamente corrisponderebbe a un numero intero.

Se proprio dobbiamo sostituire i voti numerici perché magari creano problemi di ambiguità – ha suggerito Giulia – dovremmo farlo in modo totalmente diverso: per esempio con i giudizi ‘buono’, ‘eccellente’ e così via, oppure con le valutazioni in stile americano cioè con le lettere dell’alfabeto“.

A schierarsi fermamente contro la proposta dei presidi è Francesco: “Io sono assolutamente contrario. Eliminare il mezzo punto obbligherebbe gli insegnanti a catalogare gli studenti in categorie più strette che genererebbero un’effettiva disuguaglianza tra due studenti con lo stesso voto ma con competenze differenti. Un esempio classico consisterebbe nell’equiparare una persona che oggi viene valutata con un 7 e mezzo a un’altra che ha un 7-, valutando entrambi con un 7“.

Molti potrebbero dire – ha aggiunto – che il mezzo voto non ha senso perché alla fine dell’anno il voto è intero, ma in realtà il voto finale nasce da una serie di valutazioni che, ottenute nel corso dell’anno, spesso tendono ad aiutare lo studente a raggiungere una media più o meno alta“.

Ritengo che il mezzo punto non sia un problema, anzi può essere uno stimolo per studiare di più, un incoraggiamento o anche un premio magari per chi, avendo dimostrato maggiore presenza in classe o maggiore attenzione, merita di essere premiato non tanto per la competenza sviluppata ma per lo sforzo fatto per raggiungerla: nonostante questo non sia un reale indice di valutazione – ha continuato Francesco – il mezzo voto può essere un ‘bonus psicologico‘ che può aiutare lo studente a portare avanti lo studio della materia“.

Se bisogna cambiare il modo di valutare – ha concluso il giovane – è necessario rivoluzionare completamente il metodo dando più importanza non tanto al voto numerico ma piuttosto a un giudizio sintetico su una serie di punti che non sempre vengono adeguatamente considerati“.

La pensa diversamente Alessandra: “Io sono d’accordo con il pensiero dei presidi – ha affermato – perché i voti seguiti dal ‘+’ o dal ‘-‘ per me non hanno completamente senso. Il mezzo voto invece potrebbe essere utile perché indica che ancora non si è arrivati al voto superiore, ma che comunque è stato già superato quello inferiore“.

Simile l’opinione di Giovanna: “Secondo me i mezzi voti hanno pro e contro: possono essere utili e aiutare noi ragazzi quando non arriviamo alla media a cui aspiriamo e in molti casi incoraggiarci a fare meglio.

Il problema però – ha precisato – è che a volte si rimane delusi per i voti che noi studenti troviamo in pagella perché spesso ci si illude del fatto che la propria media possa essere arrotondata in eccesso piuttosto che in difetto, ma poi è chiaro che le situazioni non sempre lo consentono.

Foto di repertorio