Scontro Uefa e 6 SuperLeague: mondo del calcio tra profitti e “valori di sport”, ideologie e ipocrisie. Le leggi consentono uno scenario rivoluzionario?

Scontro Uefa e 6 SuperLeague: mondo del calcio tra profitti e “valori di sport”, ideologie e ipocrisie. Le leggi consentono uno scenario rivoluzionario?

ITALIA – Breve cronaca: nella mezzanotte fra domenica 18 e lunedì 19 aprile, 12 grandi club annunciavano ufficialmente di aver stipulato l’accordo per la creazione di una nuova competizione, SuperLeague. Si trattava di sei squadre inglesi (Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Liverpool, Tottenham), tre spagnole (Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid) e tre italiane (Juventus, Inter e Milan).

Che cos’è la Superlega o Super League?

L’idea era quella di creare un nuovo campionato fra i club d’élite destinato a prendere il posto della Champions League. La Superlega Europea, sulla falsa riga dell’EuroLega di basket o dell’NBA americana, avrebbe coinvolto 20 club, 15 fissi – i cosiddetti Club Fondatori – e altri 5 che sarebbero stati selezionati ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente nei rispettivi campionati locali.

Lo schema della competizione avrebbe previsto due gironi da 10 squadre che si sarebbero sfidate in gare d’andata e ritorno nel corso della settimana. Le migliori classificate avrebbero partecipato alla fase di eliminazione diretta. I numeri della Superlega erano stimati in 6 miliardi di euro subito e 350 milioni di euro ai club.

Tuttavia negli ultimi 2 giorni si è aperto un braccio di ferro senza precedenti, come testimoniano le dichiarazioni del Presidente dell’Uefa Aleksander Čeferin, il quale dichiarava: “La UEFA e il mondo del calcio sono uniti contro le proposte vergognose ed egoiste che abbiamo visto da alcuni club selezionati in Europa che sono alimentati soprattutto dall’avidità sopra ogni cosa. Non solo il mondo del calcio è unito. La società è unita. I governi sono uniti. Siamo tutti uniti contro questa sciocchezza di progetto. Abbiamo la FA inglese, la Federcalcio inglese e la Premier League, la Federcalcio spagnola reale (RFEF) e La Liga, la Federcalcio italiana (FIGC) e la Lega Serie A, ma anche la FIFA, tutte le nostre 55 federazioni nazionali, all’unanimità nella nostra opposizione contro questi piani cinici che sono completamente contrari a ciò che il calcio dovrebbe essere… Vorrei ringraziare in particolare il primo ministro britannico (Boris) Johnson, il presidente della Francia (Emmanuel) Macron, il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas , David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, e tutti i leader in Europa che rispettano i nostri tifosi, la nostra cultura e valori che non sono solo valori calcistici ma anche valori europei. Questa idea è uno sputo in faccia a tutti gli amanti del calcio e della società nel suo insieme. Non permetteremo loro di portarcelo via“.

Nella serata di ieri i primi risultati di tale scontro: il ritiro dalla SuperLega dei 6 club di Premier League, probabilmente troppo esposti nei confronti dell’Uefa e in debito con quest’ultima per vicende extracalcistiche. Al di là delle valutazioni etico-morali della questione, spesso strumentalizzate a consumo dei propri interessi, la domanda che parrebbe naturale porsi è se da un lato sia possibile creare una competizione svincolata dal controllo delle grandi istituzioni del calcio e dall’altro se quest’ultime abbiano il potere di estromettere i club dalle competizioni Uefa attualmente in corso.

Vi anticipo subito che i club coinvolti nella Superlega avrebbero reali possibilità di far prevalere le proprie ragioni in una battaglia legale contro federazioni nazionali, UEFA e FIFA. Quest’ultime, come già detto, hanno minacciato sanzioni contro i club coinvolti nel progetto: in particolare la non partecipazione ai campionati nazionali e alle competizioni europee (Champions League e Europa League) e l’esclusione dalle nazionali per i singoli giocatori delle squadre coinvolte.

Ma le regole UE sulla concorrenza sarebbero la solidissima base giuridica che permetterebbe alla neonata Superlega di vincere in ogni tribunale, in UE o extra-UE. La giurisprudenza ci viene in soccorso, per una migliore comprensione, con la decisione presa nel dicembre 2020 dalla Corte Generale della UE nel caso T-93/18 , nella quale si è espressa su un caso che vedeva opposte la Commissione Europea e la International Skating Union (ISU). A soccombere fu quest’ultima.

Infatti, l’ISU voleva vietare agli atleti ad essa affiliati di partecipare a competizioni organizzate da soggetti terzi e non approvati, con la minaccia di bandirli da tutti gli eventi del calendario “ufficiale”. Il caso fu sollevato dalla Commissione Europea dopo una segnalazione da parte di due atleti olandesi che lamentavano la discriminazione da parte della ISU se avessero partecipato a competizioni “non sanzionate” dalla stessa. La Corte, pertanto, stabilì che certamente le federazioni nazionali o internazionali svolgono una funzione di regolatore del singolo sport, ma devono farlo ai sensi degli articoli 101, 102 e 106 del TFUE, ossia garantendo a terze parti la possibilità di partecipare al “mercato”. Ciò significa che anche le competizioni non organizzate dalle federazioni stesse debbano essere consentite, al fine di evitare monopoli e “distorsioni del mercato” degli eventi sportivi. Siamo certi che sarà una battaglia a suon di pronunce in un senso o nell’altro.

Avv. Alessandro Numini