“Rinuncio a curarmi”: la protesta dopo i disservizi nel Catanese. “Seguito l’iter corretto”, risponde l’Asp

“Rinuncio a curarmi”: la protesta dopo i disservizi nel Catanese. “Seguito l’iter corretto”, risponde l’Asp

RANDAZZO – Essere in ottimo stato di salute è già un danno e un disagio, ma se al danno e al disagio di chi sta male, aggiungiamo il danno burocratico ed amministrativo, il paziente, non solo non potrà mai guarire ma soprattutto accentua i propri malesseri e peggiora il proprio stato d’animo“.

È l’amara premessa dell’istanza inoltrata da Alfio Papa, 65 anni, di Randazzo in provincia di Catania, agli organi competenti e alle istituzioni per segnalare “l’inefficienza e l’inadeguatezza dei soggetti preposti a svolgere il proprio compito o dovere“.

Riesco a superare gli ostacoli della malattia ma non quelli burocratici dell’Asp di Catania è dunque sono costretto a rinunciare ai presidi Sanitari prescritti, per inefficienza del servizio della Farmacia Ospedaliera di Bronte accusa Papa nella lunga lettera di protesta inviata oltre che all’Asp locale, anche al Presidente del Consiglio e al Ministero della Salute.

Nella missiva Papa racconta la sua storia clinica e il disservizio con l’azienda sanitaria locale.

Così come la stragrande maggioranza di persone, anch’io soffro da oltre 10 anni di diabete, con il passare degli anni, man mano la situazione si è sempre di più aggravata, chiaramente oltre al diabete e successivamente al Covid che ho contratto nell’ottobre 2020 in maniera piuttosto grave, (con una broncopolmonite bilaterale), si sono aggiunte ulteriori altre patologie: cuore, fatica respiratoria, aumento dei valori glicemici, ecc. ecc. La mia diabetologa la Dottoressa Senia Rita, al fine di poter avere un dato più certo dell’andamento del mio diabete, già dal 29 novembre u.s. mi ha prescritto dei presidi sanitari Free-Style, dispositivo che permette di rilevare con molta facilità, ma che soprattutto da gli avvisi di allarme qualora l’andamento non è regolare. Come da prassi ho fatto autorizzare la pratica presso gli uffici Asp del Pta di Randazzo, per poter poi ritirare i presidi presso la Farmacia Ospedaliera di Bronte. Il ritiro consiste in due tranche, una ogni 6 mesi di 13 dispositivi per un totale di 26 dispositivi l’anno.

I primi 13 dispositivi li dovevo ritirare presso la Farmacia Ospedaliera di Bronte, dove puntualmente mi sono recato in data 7 Dicembre 2021, (purtroppo) questo è l’avverbio che il dipendente ha usato, non hanno potuto consegnare tutti i dispositivi perché essendo già fine anno la fornitura volgeva al termine, pertanto mi consegna solo due dispositivi, validi per soli 28 giorni, invitandomi quindi a ritornare per il primo mercoledì di gennaio al fine di poter ritirare la rimante parte. C’è da considerare che la farmacia al pubblico, è aperta solo un giorno alla settimana il mercoledì dalle 9:00 alle 13:00 e serve un pubblico per un comprensorio di circa 40.000 abitanti.

Mercoledì 4 gennaio mi reco puntualmente presso l’Ospedale di Bronte, così come la prima volta sono costretto ad un’attesa di oltre due ore e mezza, in piedi perché non esiste neanche uno sgabello per potersi sedere, manca anche un elimina code (pertanto si deve far fede al buon senso l’uno dell’altro, fermo restando che i furbetti sono sempre in agguato). Non appena è il mio turno mi sento ripetere la stessa cosa, che non avrebbero consegnato tutta la restante parte dei dispositivi così come prescritto, bensì sarei dovuto ritornare ancora successivamente. A prescindere già dal fatto che non abito a Bronte bensì a Randazzo, che dista in andata e ritorno circa 40 km, che oltre ai costi c’è da considerare anche il rischio di percorrenza sulla strada. A questo punto, onde evitare discussioni inutili e sterili, ho preferito rinunciare totalmente al ritiro dei presidi utili per il mio controllo, rinunciando fin da subito a tutti i controlli e le cure utili per le mie patologie.

Auspico pertanto che questa mia forma di protesta sia presa in seria considerazione da parte dei superiori Organi in indirizzo e che tale mia istanza possa quindi tornare utile a migliorare i servizi offerti. Invito quindi il Direttore del dipartimento attività territoriali ASP Catania, ad intervenire il prima possibile, al fine di poter risolvere questo increscioso inconveniente. Invito inoltre il Sindaco del Comune di Randazzo affinché si faccia promotore per permettere di dislocare presso il PTA di Randazzo (o presso le farmacie della città) un punto di ritiro dei Farmaci ed eventuali dispositivi, affinché i cittadini Randazzesi non siano mai più costretti a pellegrinare verso Bronte per ogni qualsivoglia necessità, mi riferisco in particolar modo alle persone più anziane e con patologie molto più serie e complicate di quella mia. Sarò sicuramente e solamente deriso, ma questa mia protesta vuole essere di riflesso la protesta di tutti quei pazienti, che quotidianamente subiscono torti e angherie da parte di chi invece dovrebbe coadiuvare l’assistito. Pertanto auspico un intervento immediato da parte dei Superiori Organi“.

Foto della sala d’attesa della farmacia dell’ospedale

Immediata la risposta dell’azienda sanitaria di Catania tramite la dr.ssa Maria Anna D’Agata, direttore del Dipartimento del Farmaco: “La fornitura dei presidi sanitari citati dall’utente nella sua lettera è regolata da procedure aziendali che oltre a garantire la corretta erogazione del servizio ai cittadini, consente il costante monitoraggio dei consumi e della spesa sanitaria. Nel caso specifico parliamo inoltre di presidi soggetti a una breve scadenza, e ciò rende necessaria una distribuzione con una cadenza temporale non superiore ai tre mesi.

All’utente sono stati forniti i presidi utili per il primo mese, invitandolo a ritirare un’ulteriore tranche, per le motivazioni sopra espresse, nel mese di gennaio. All’atto della consegna l’utente ha rifiutato la fornitura per ulteriori 3 mesi, così come peraltro lo stesso afferma, pretendendo l’intero quantitativo prescritto e non accogliendo, con grande rammarico degli operatori che sono sempre disponibili a venire incontro alle esigenze dell’utenza, nessuna delle motivazioni da loro esposte”.