Revocata la detenzione domiciliare per un 48enne: dovrà scontare la pena residua in carcere

Revocata la detenzione domiciliare per un 48enne: dovrà scontare la pena residua in carcere

ADRANO – Nel pomeriggio del 14 dicembre, personale del commissariato di Pubblica Sicurezza di Adrano, ha condotto in carcere, per espiare la pena residua, un uomo 48enne, a seguito di sopravvenuta revoca del beneficio della detenzione domiciliare.

L’uomo, condannato a pena definitiva, aveva ottenuto il beneficio del più favorevole regime della detenzione nel proprio domicilio con una serie di permessi e autorizzazioni per lamentati bisogni personali, di cui aveva abusato indebitamente, anche con artifizi e inganni, per potersi liberamente muovere a suo piacimento nel territorio; eppure, nel far ciò, non ha tenuto in debito conto l’assidua vigilanza degli organi preposti, tra i quali per l’appunto il commissariato di Adrano, territorialmente competente, che ha sempre provveduto a raccogliere e a trasmettere all’autorità giudiziaria competente tutti gli elementi relativi ai diversi abusi, le violazioni commesse e gli artifizi adottati per approfittare dei benefici ottenuti, dimostrando l’inconsistenza dei bisogni personali lamentati per ottenere i permessi e le autorizzazioni.

Esemplare, al riguardo, uno specifico episodio, immediatamente rilevato da personale del commissariato di Adrano: l’uomo, infatti, risultato assente dalla propria abitazione, si era giustificato riferendo di aver accompagnato la madre in un ospedale di Catania, dove di fatto si era realmente recato, ottenendo certificazione che ne attestava la presenza; si accertava, però, che la donna non era affatto la madre, peraltro trovata in casa ad Adrano, ma altra persona per cui l’uomo aveva falsamente dichiarato di esserne figlio, falsa dichiarazione costituente reato in quanto resa al medico incaricato, ovvero un pubblico ufficiale.

In considerazione degli abusi commessi e dell’indole dimostrata, il Tribunale di Sorveglianza di Catania ha revocato la misura alternativa della detenzione domiciliare e ha disposto che l’uomo venisse portato in carcere dove dovrà espiare la pena residua di 2 anni e otto mesi.

Foto di repertorio