Resta due anni ai domiciliari anche se assolto, il curioso caso a Palermo

Resta due anni ai domiciliari anche se assolto, il curioso caso a Palermo

GIARDINELLO – Un uomo di 49 anni è rimasto ai domiciliari per quasi due anni, nonostante fosse stato assolto. La vicenda riguarda un caso avvenuto a Giardinello, nel Palermitano, dove l’uomo è stato sottoposto a misura cautelare il 25 settembre 2020.

Due anni ai domiciliari anche se assolto: cosa è successo

Tuttavia, il 19 maggio 2021, è stato assolto in primo grado per incapacità di intendere e volere, ed è stata disposta la misura di sicurezza del ricovero in una struttura assistita. Sorprendentemente, però, il provvedimento non è mai stato eseguito, nemmeno dopo la conferma della sentenza in appello il 20 ottobre 2021.

Di conseguenza, l’indagato è rimasto sotto il regime cautelare degli arresti domiciliari. Vive in condizioni disagiate in campagna e non ha potuto beneficiare di una difesa adeguata e concreta a causa della morte del suo avvocato difensore.

Sono stati i carabinieri a richiedere la nomina di un difensore di ufficio per cercare di aiutarlo.

Le parole dei legali

Gli avvocati Rocco Chinnici, Luigi Varotta e Francesco Foraci sono stati incaricati di assistere l’uomo.

Ci siamo attivati per aiutare questa persona, dopo aver cercato di comprendere per quale titolo si trovasse sottoposto ancora sottoposto alla misura dei domiciliari. Si tratta di una vicenda umana che evidenzia quanto sia importante il ruolo del difensore nel processo.

Abbiamo ricostruito l’iter della posizione giuridica del soggetto con la collaborazione delle cancellerie e il pm ha immediatamente disposto la scarcerazione perché non vi era più alcun titolo che potesse giustificare il regime coercitivo al quale era sottoposto.

L’uomo è tornato in libertà il 29 maggio quando in realtà doveva essere scarcerato il 19 maggio 2021. Si tratta di una detenzione di due anni sine titulo, e stiamo valutando le azioni giudiziarie da intraprendere nei confronti del Ministero della Giustizia per il risarcimento dei danni subiti“.

L’uomo ha subito una lunga privazione della libertà, nonostante fosse stato assolto, a causa di un provvedimento che non è mai stato attuato. La morte del suo avvocato ha ulteriormente compromesso la sua situazione legale, privandolo di una difesa adeguata. È un esempio di come il ruolo del difensore sia fondamentale per garantire un processo equo e giusto.

Foto di repertorio