Sulla copertina è stato inciso a lettere cubitali “Spare. Il minore”. Questo l’aggettivo scelto per non sorprendere il lettore già dalle prime pagine del libro. Henry Charles Albert David Mountbatten-Windsor, secondogenito di re Carlo III e della principessa Diana, ha reso pubbliche le sue recriminazioni contro la famiglia reale inglese. La sua famiglia. Dalla posizione privilegiata al centro delle vetrine, il libro di memorie tristi del principe rosso di chioma col cuore in fiamme ha raggiunto 500 mila copie vendute in Italia da Mondadori.
Secondo soltanto all’altro Harry (Potter) con passaporto inglese da decenni, il memoir del principe vendicativo ha preso il volo certo di non incontrare turbolenze nella divulgazione di storie dal sangue azzurro pallido. Larry Finlay, managing director della Transworld Penguin Random House, che è la casa editrice del testo, ha dichiarato: “Abbiamo sempre saputo che questo libro sarebbe volato nelle vendite, ma sta superando anche le nostre più rosee aspettative. Per quel che ne sappiamo, gli unici libri che hanno venduto di più nel loro primo giorno, sono quelli che avevano come protagonista l’altro Harry (Potter, ndr)”.
A partire dalla sua infanzia, “il piccolo principe” racconta per abuso di cronaca il travagliato rapporto con il fratello maggiore (il principe William), il padre e la regina consorte Camilla Parker Bowles (la matrigna cattiva).
Accuse pesanti sono rivolte senza filtri all’establishment conservatore britannico contrario alle nozze del principe con l’attrice afroamericana Meghan Markle, la donna che ha fortemente contribuito a trasformare in una guerra senza fine quella che forse sarebbe stata una battaglia con le lancette contate.
“Sosterrò sempre la regina, il mio comandante in capo, mia nonna. Anche dopo la sua morte. Per me il problema non è mai stata la monarchia, e nemmeno il concetto di monarchia. È sempre stata la stampa, e il rapporto malato che negli anni si è sviluppato tra i giornalisti e il Palazzo. Amo la mia patria, amo la mia famiglia e sarà sempre così. Avrei soltanto voluto che, nel secondo momento più buio della mia vita, tutti loro fossero stati al mio fianco”.
“Spare” è un detonatore di proiettili di parole lasciate in stand-by dalla “riserva” nei suoi giovani anni di vita a palazzo. Harry, concepito e consegnato alla Royal Family per assicurare un erede al trono in caso di un infausto destino del principe ereditario, William. Harry è sempre stato il cosiddetto piano B.
“Willy, che ha due anni più di me, era l’Erede, io la Riserva”.
Il libro di memorie del duca di Sussex inaugura il piagnisteo liberatorio con la nobile figura della madre, la principessa Diana, regina di cuori. Bella, bellissima, troppo fragile per reggere il millenario protocollo reale inglese.
Il 31 agosto 1997 un incidente stradale (forse) privò due bambini dell’amore di una madre. Da quel giorno William and Harry vivranno il trauma dell’immane sofferenza combattuta secondo le due opposte personalità. Il ragazzo dalla chioma rossa reagì manifestando un atteggiamento ribelle prontamente registrato dai tabloid inglesi con immagini poco regali. In quel tempo al principe Harry, quinto in linea di successione al trono di Inghilterra, poco importava di infrangere in tutti i modi possibili le rigide regole dell’etichetta reale inglese. A quanto pare un quarto di secolo non è bastato a rasserenare gli animi inquieti.
Il prossimo futuro di Harry e Meghan, duchi di Sussex (titolo conferito da Elisabetta II il giorno delle nozze) prevede un’ulteriore linea di demarcazione oltre la quale la coppia non potrà accedere. Nel 2020 la coppia ha rinunciato ai loro doveri reali e si è trasferita in California, negli Stati Uniti, dove ancora oggi vivono una vita “apparentemente” lontana dai riflettori insieme ai loro due figli Archie Harrison (5 anni) e Lilibeth Diana (3 anni).
“L’aria si era fatta davvero difficile, tossica, la stampa britannica stava distruggendo la mia salute mentale. E ho fatto quello che qualsiasi marito e padre avrebbe fatto. Non è stato un abbandono, bensì un passo indietro. La mia vita è servizio pubblico: non fuggirò mai e darò sempre il mio contributo”. Harry dà una spiegazione al suo trasloco oltreoceano, ma sono ancora troppe le verità nascoste nelle valigie dell’auto-esilio.
I documentari su Netflix e la biografia dall’inchiostro dannato hanno scritto l’ennesima pagina irriverente della famiglia reale inglese. “Spare” riporta alla memoria l’evento mondiale del novembre del 1995, quando la principessa Diana rilasciò l’indiscreta intervista alla BBC. Nessuno ha mai dimenticato quel volto emaciato e la voce sottovoce davanti al giornalista Martin Bashir, incredulo testimone della confessione intima e non più segreta della principessa triste. Allora come oggi, ai microfoni accesi fu affidato l’eco pettegolo di gravissime accuse nei confronti della famiglia reale inglese.
La storia si ripete …
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