Un interessante volume di narrativa italiana arriva sulle “scrivanie apparecchiate” per offrire un quid in più nella preparazione di prelibate e colte ricette.
Grazie alla mente creativa di Giulia Ceirano, freelance writer & creative strategist con 19 mila follower su Instagram, lo scaffale di parole golose conta un libro sull’arte culinaria in letteratura.
Giulia Ceirano nasce in un piccolo paese in provincia di Cuneo. Consegue una Laurea in Antropologia e Sociologia tra Torino e Parigi e un Master di scrittura alla Scuola Holden.
Vive in simbiosi con una valigia da fare o da disfare. Ama la capitale francese, meta preferita dei suoi viaggi in solitaria per acquisire competenze da pubblicare nelle riviste di settore. Considera la città di Torino suo punto fermo quando non ha programmi di viaggio, il maglione protettivo da cui non riesci proprio a separarti.
Per Hoppípolla Edizioni, con illustrazioni di Lida Ziruffo, nel 2022 Giulia Ceirano ha pubblicato una raccolta di ricette (trenta) e citazioni culinarie tratte dai romanzi della letteratura classica e contemporanea. Silenzio, cibo e letteratura rappresentano il sogno di ogni lettore alla ricerca di un angolo dove nutrirsi di parole che possano ripagarlo di una giornata amara.
Le parole seguite dalle illustrazioni convergono in un risultato minuzioso, assai piacevole nella lettura alternata da immagini che completano il messaggio culturale del progetto.
“Il binomio cibo-lettratura è qualcosa che, senza dubbio, fa parte della nostra essenza più profonda e, per questo, si ripresenta con insistenza nella nostra quotidianità. […] La letteratura in cucina è nato così, per celebrare un’unione indissolubile e per raccontare, finalmente, cose belle e buone – dalla prefazione“.
Dai muffin al limone de “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald alla polenta de “I promessi sposi”, le mince pie di Jane Eyre di Charlotte Brontë e Jane Austen, dolcetti tipici del Natale anglosassone citati nel romanzo “Orgoglio e pregiudizio” dell’anima gentile di Jane Austen, menzionati dalla signora Bennet.
E poi, come non riportare alla luce le dolcissime madeleine di Marcel Proust: “Quel dolcetto burroso a forma di conchiglia imbevuto nel tè non è semplicemente un pezzetto di squisita materia ma l’elemento rivelatore. L’olfatto e il gusto hanno un ruolo fondamentale per il recupero dei ricordi”.
“Quando giunsero a casa, il pranzo non era ancora pronto. La signora andò in collera. Nastasia rispose con insolenza. «Se ne vada! Questo è prendere in giro, lei è licenziata!». Il pranzo consistette in una zuppa di cipolle e in un pezzo di vitello all’acetosella. Charles, seduto di fronte a Emma, fregandosi le mani con aria soddisfatta, disse: «Com’è piacevole ritrovarsi a casa propria!» – Da Madame Bovary, di Gustave Flaubert“.
Giulia Ceirano e Lida Ziruffo concretizzano la brillante intuizione di apparecchiare su carta un menù completo a partire dagli antipasti, primi, secondi, dolci. Ricette, illustrazioni e citazioni seguono un ordine compulsivo supportato da una breve biografia dell’autore del romanzo.
“Perché l’ingrediente principale di ogni piatto è sempre la storia di chi lo prepara”.
La lettura restituisce vigore alle sinapsi dormienti dopo un evento negativo che ne ha sospeso il ruolo principale: spostare l’attenzione da un anonimo vuoto alla fame atavica del sapere. E allora, cosa c’è di meglio che dare onore al culto del gusto lasciandosi sedurre dal sapore evocativo di un ricordo?
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