Lo sapevi che? 10 curiosità su Ragusa

Lo sapevi che? 10 curiosità su Ragusa

RAGUSA – Ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato, Ragusa nasconde anche alcune “chicche“, da conoscere assolutamente. Dei piccoli segreti, angoli inesplorati, leggende e tanto altro.

Se avete scelto questa città siciliana e l’avete inserita nel vostro itinerario, potete arricchirlo con ben 10 curiosità che non potete farvi scappare. Vediamole nel dettaglio.

1. Ragusa Ibla e Ragusa Superiore

Nello stesso posto convivono due anime: Ragusa Ibla e Ragusa Superiore. La prima è la parte più antica, intima nonché suggestiva della città, caratterizzata da stradine strette, palazzi barocchi e l’imponente Cattedrale di San Giorgio. Meta turistica giovanile, soprattutto d’estate.

Ragusa Superiore, invece, si può considerare come la parte moderna e opposta: ampie strade, architetture eleganti, lineamenti signorili, super organizzata e commerciale. Un contrasto particolare che offre un’esperienza sui generis.

Ragusa Ibla

Ragusa Ibla

2. Il ponte dei Cappuccini

Prossima curiosità su Ragusa è il ponte dei Cappuccini (o Ponte Vecchio), che collega Ragusa Ibla a Ragusa Superiore.

Oltre a essere una struttura architettonica degna di nota, offre anche una vista spettacolare. Da qui, infatti, è possibile scattare foto uniche con lo sfondo di Ragusa Ibla e le colline circostanti.

Vi consigliamo di percorrere il ponte al tramonto: vivrete un’esperienza magica, ammirerete la città in tutta la sua bellezza e da un’altra prospettiva.

Ragusa Superiore

3. I luoghi del Commissario Montalbano

Buone notizie per gli amanti dei libri di Andrea Camilleri o della serie televisiva “Il Commissario Montalbano“. Molti episodi sono stati girati a Ragusa e nei suoi dintorni.

Da visitare luoghi iconici come la casa del commissario, la stazione di polizia e il fittizio “Marinella”, luogo di residenza del protagonista. Potrete così seguire le orme di Montalbano.

commissario montalbano

4. La leggenda dei quattro giganti

Forse non sapete che il mito è protagonista a Ragusa. Una delle leggende più affascinanti racconta di quattro giganti che avrebbero sollevato la città dalle acque del mare per proteggerla da un’invasione nemica.

Secondo quanto si narra, tra l’altro, i giganti sarebbero ancora presenti sotto la città e l’avrebbero salvata più volte dalla distruzione in passato.

Questa storia ha ispirato molte rappresentazioni artistiche.

giganti leggenda

5. Le “Scacce”

Non solo arancini, cannoli e cassatelle. Un viaggio a Ragusa è anche un’opportunità per scoprire la tradizione culinaria con i suoi sapori autentici e prelibatezze da capogiro. Famosissime le “scacce“, delle focacce di pasta ripiene. L’impasto è fatto con farina di semola, steso sottilissimo e farcito in tantissimi gusti. La farcia tradizionale è quella con salsa di pomodoro e caciocavallo, o alla ricotta, salsiccia e uova sode, ma ne esistono molti altri. Come ogni ricetta che affonda le radici nei secoli, infatti, ogni famiglia ha la sua versione.

scacce ragusane

Fonte foto: La cucina nel cuore

6. La città dei cento pozzi

Ragusa è nota come la città dei cento pozzi: le fondamenta della città, infatti, si presentano bucherellate da antiche cisterne, scavate nell’epoca preistorica, e visibili sia nelle grandi piazze e sia nei vicoletti sperduti.

E qui ecco che tornano le leggende.

Secondo quanto si narra, i pozzi erano dei percorsi – canali di comunicazione – che servivano ai diavoli per arrivare nella provincia siciliana direttamente dall’inferno, che corrispondeva al centro della terra. Questi diavoli tentavano poi le giovani donzelle ragusane e creavano litigi tra i cavalieri. Anche oggi i ragazzi utilizzano la leggenda come “scusa” per giustificarsi da marachelle e “fuitine”.

7. Patrimonio UNESCO

La zona della val di Noto, tra cui Ragusa, è diventata patrimonio dell’umanità UNESCO, grazie alla bellezza unica dei suoi monumenti barocchi. La città sembra scolpita nella roccia e ha talmente tante attrazioni che è facile perdersi tra le sue meraviglie.

Nel dettaglio, dal 26 giugno del 2002 otto città del Val di Noto, a cavallo tra le aree di Catania, Siracusa e Ragusa, e nello specifico Caltagirone, Catania, Militello Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli sono state inserite dall’Unesco tra i siti Patrimonio dell’Umanità con specifiche motivazioni che richiamano il loro splendido esempio di barocco che rende unici i suoi monumenti.

unesco

8. La Grotta delle Trabacche

La Grotta delle Trebacche è una piccola catacomba scavata negli altipiani calcarei che caratterizzano i monti Iblei. Per la sua forma e per le sue dimensioni, è stata datata al IV sec. d.C.

La grotta è una testimonianza di architettura funebre, costituita da un ipogeo formato da due grandi cameroni adiacenti. All’interno si distinguono, scavati nella roccia, due monumentali sarcofagi principali a baldacchino, che troneggiano al centro della camera e ornati con una serie di colonne scavate anch’esse nella roccia.

Altre cavità con dei sepolcri ad arcosolio sono dislocate lungo le pareti. Altre tombe si trovano sotto il livello del pavimento e sono perfettamente visibili.

Molto suggestiva la luce che entra da un “oculo” posizionato all’incirca al centro della grotta.

Anche sulla Grotta delle Trabacche circola una famosa leggenda popolare: il suo nome deriverebbe dal fatto che 3 vacche, entrate nella grotta, non riuscirono più a uscire fuori.

Di recente, inoltre, il sito ha acquisito grande notorietà poiché è stato il set di un episodio della fiction “Il Commissario Montalbano”.

grotta delle trebacche

9. I “tre potenti” di Palazzo Bertini

Occhio al fastoso Palazzo Bertini, fra i ben diciotto monumenti Unesco che vanta Ragusa. Tre curiose maschere nei timpani delle finestre:

  • un mendicante vecchio e sdentato, con testa coperta da stracci, volto deforme e naso grande;
  • un nobile distinto, con sguardo fiero, cappello piumato e folta capigliatura a boccoli;
  • un commerciante o mercante o “uomo dell’Oriente”, che indossa un turbante, ha il viso paffuto e baffi ben curati.

Questi personaggi, chiamati anche i “tre potenti“, sono realizzati in pietra pece e rappresentano personaggi caratteristici della cultura barocca. Sono, infatti, i simboli della povertà, del potere e della ricchezza.

Nello specifico, il nobile ha il potere di fare tutto, anche oltre la legalità, che gli deriva dall’essere un aristocratico. Il mercante è l’incarnazione di colui che ha tutto e che può avere ogni cosa grazie al suo denaro. Infine il povero ha il potere di colui che, non avendo niente, non può essere privato di niente.

Palazzo-Bertini-a-Ragusa

10. Dafni

Infine, Ragusa s’affaccia sulla Valle dell’Irminio, un tempo navigabile fino alla città, dove il mito (raccontato da Virgilio) vuole che sia nato Dafni, il pastore-poeta inventore del canto bucolico, da qui poi diffusosi in Grecia.

Era sposato con la figlia di Giunone che lo accecò dopo che questi cedette alle lusinghe della perfida regina Climene, che per sedurlo, invero, fu costretta a drogarlo, giacché il bel giovane non intendeva tradire l’amata. Dafnì andò vagando, così, per la Sicilia, cieco come Omero, fin quando non si gettò da una rupe e, morendo, fu trasformato dagli dei anch’egli in una rupe, visitabile a Cefalù.

dafni